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La Tempesta al Teatro Mercadante di Napoli, nel sogno di De Fusco. Prospero è l’artista che crea immagini e storie

Il 23 ottobre La Tempesta, tra i più famosi e i più personali testi di William Shakespeare, ha aperto il cartellone del Teatro Mercadante per la regia di Luca De Fusco e la traduzione di Gianni Garrera. In scena una compagnia di interpreti di grande talento capitanata da Eros Pagni con Gaia Aprea, Alessandro Balletta, Silvia Biancalana, Paolo Cresta, Gennaro Di Biase, Gianluca Musiu, Alessandra Pacifico Griffini, Alfonso Postiglione, Carlo Sciaccaluga, Francesco Scolaro, Paolo Serra, Enzo Turrin. Dopo il debutto al Teatro Grande di Pompei dello scorso giugno nell’ambito della terza edizione della rassegna Pompeii Theatrum Mundi e le successive rappresentazioni al Teatro Romano di Verona, La tempesta giunge al Teatro Mercadante fino al 10 novembre, dove inaugura una lunga tournée che tra novembre 2019 e febbraio 2020 toccherà le città di Salerno, Roma, Reggio Calabria, Como, Genova, Perugia, Udine, Arezzo, Prato.

La storia è tra le più rappresentate di Shakespeare nonché uno dei testi più complessi dell’autore; si dice sia anche autobiografico dal momento che la figura di Prospero è stata sempre interpretata, anche soprattutto per il monologo finale, come quella dell’autore dell’opera d’arte, in questo caso il drammaturgo/regista. La vicenda è nota:
Prospero (Eros Pagni), spodestato dal ducato di Milano, dopo aver vissuto dodici anni in un’isola deserta con la figlia Miranda (Silvia Biancalana), con il selvaggio Caliban (Gaia Aprea) e lo spirito Ariel (Gaia Aprea), usa i suoi poteri magici per scatenare una tempesta, far espiare al re di Napoli (Carlo Sciaccaluga) e al fratello Antonio (Paolo Serra) le loro colpe e riacquistare il ducato perduto, non prima di aver propiziato il matrimonio della figlia con Ferdinando (Gianluca Musiu), figlio del re di Napoli.

Partendo dal presupposto che il personaggio di Prospero sarebbe l’autore che crea i personaggi, la messa in scena di De Fusco segue questo principio rappresentando i personaggi dell’opera come fossero delle figurine immaginarie che il protagonista fa agire a suo piacimento. Il sipario si apre su una scenografia ricca e mutevole rappresentata da una biblioteca piena di libri con cui i protagonisti interagiscono fin dal primo momento, in alcuni casi anche giocando con le pagine a mo di palline da tennis o strappandole e gettandole via. Il libro rappresenta la cultura, rappresenta il testo di una storia e rappresenta le conoscenza. Prospero/Pagni veste i panni quindi di un intellettuale che rinchiuso nel suo studio si scervella sulle sue creature. Lui appare come l’unico personaggio veramente solido, tutti gli altri sembrano figurine animate da una forza esterna. Ariel, lo spiritello che qui ha lo stesso volto di Pagni conferisce il clima magico alla vicenda, come del resto succede già nel testo di Shakespeare. Se Ariel è l’alter ego positivo del protagonista, Calibano è quello negativo, interpretati entrambi dalla Aprea, essi sono le due anime di Prospero, il lato buono e quello cattivo, come Dr. Jeckill e Mr. Hyde.
Eros Pagni ha una voce che tuona sul palco ed esprime la sua solidità perfettamente in linea con la concretezza del suo personaggio. La Aprea è stata il pezzo più interessante della messa in scena, cambiando voce e forma ora per Ariel, ora per Calibano ci ha saputo accompagnare nella magia dell’Isola come fosse un vero spiritello.

La scenografia come si è detto è mutevole, la biblioteca è divisa in due parti, quella superiore rappresentata attraverso un’immagine sullo sfondo riporta dei riquadri dove compaiono di volta in volta opere d’arte diverse che fanno da contrappunto e descrizione alla storia. Si passa da Schagall per le scene d’amore tra Miranda e Ferdinando a Magritte per le scene che afferiscono di più alla confusione magica per arrivare a quadri di stampo espressionista per le scene di intermezzo dove Trinculo (Alfonso Postiglione) e Stefano (Gennaro Di Biase), i due giullari qui rappresentati come due napoletani sguaiati.
La parte inferiore della biblioteca è tangibile, composta da libri veri e da due porte di accesso al palco attraverso le quali entrano ed escono i personaggi. Al centro del palco una base mobile si muove in senso orizzontale facendo comparire e scomparire i personaggi. I naufraghi in particolar modo si servono di questo mezzo costituendo le figure sullo sfondo nei momenti in cui la magia interviene su di loro.

Vi sono scene in cui i personaggi, come se fosse un musical iniziano a cantare e questo succede in particolare in due momenti: il primo è quello in cui prospero mostra a Ferdinando e Miranda una sorta di numero di magia ammaliatore rappresentano dallo stesso spiritello Ariel, qui vestito da ninfa che attinge direttamente dalla cultura pop vestendo i panni di Marilyn (Alessandra Pacifico Griffini). La Ninfa compare anche nel riquadro in alto vestita da Pin Up anni ’50,  altro elemento pop che si unisce al mix di riferimenti culturali presenti nella versione di De Fusco. Il secondo momento cantato è quello del finale, in cui tutto viene risolto con il perdono di Prospero e il matrimonio di Miranda e Ferdinando.
Due cose rispetto ai momenti musicali, forse stonano un po’ nel quadro generale pur volendo sostenere il concetto di magia e stupore che accompagna tutta la messa in scena. Quello finale in particolar modo sembra alquanto frettoloso mentre nel testo originale il momento della rappacificazione era più soddisfacente.
Per esempio siamo privati del ricongiungimento di Alonso con il figlio Ferdinando perché De Fusco sostiene fino alla fine la sospensione magica e l’uso dei personaggi come figure aleatorie e immaginarie.

Il tema del doppio ricorre per tutta la messa in scena, non solo nella figura a specchio di Ariel ma anche nei costumi dei personaggi che richiamano gli stessi quadri che fanno da sfondo alla vicenda. Tutto sembra essere solo un sogno, una magia, una messa in scena appunto, il cui incantesimo viene spezzato con gli applausi del pubblico.

La produzione è del Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia.

INFO:
La Tempesta
Teatro Stabile di Napoli
Piazza Municipio, Napoli
al 10 novembre 2019
www.teatrostabilenapoli.it

Biglietteria tel. 081.5513396 – biglietteria@teatrostabilenapoli.it

Orari: www.teatrostabilenapoli.it

Tournée
Napoli, Teatro Mercadante 23 ottobre > 10 novembre 2019
Salerno, Teatro Verdi 14 > 17 novembre 2019
Roma, Teatro Eliseo 19 novembre > 1 dicembre 2019
Reggio Calabria, Teatro Cilea 4 dicembre 2019
Como, Teatro Sociale 12 > 13 dicembre 2019
Genova, Teatro Della Corte 8 > 19 gennaio 2020
Perugia, Teatro Morlacchi 22 > 26 gennaio 2020
Udine, Teatro Nuovo 28 > 30 gennaio 2020
Arezzo, Teatro Petrarca 3 > 4 febbraio 2020
Prato, Teatro Metastasio 6 > 9 febbraio 2020

LA TEMPESTA
di William Shakespeare
traduzione Gianni Garrera
adattamento e regia Luca De Fusco
con Eros Pagni (Prospero), Gaia Aprea (Calibano, Ariel)
Alessandro Balletta (Francisco), Silvia Biancalana (Miranda), Paolo Cresta (Sebastiano) Gennaro Di Biase (Stefano), Gianluca Musiu (Ferdinando), Alessandra Pacifico Griffini (Giunone), Alfonso Postiglione (Trinculo), Carlo Sciaccaluga (Alonso), Francesco Scolaro (Adriano), Paolo Serra (Antonio), Enzo Turrin (Gonzalo)
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
disegno luci Gigi Saccomandi
musiche originali Ran Bagno
coreografie Emio Greco e Pieter  C. Scholten
installazioni video Alessandro Papa
adattamento vocale Ciro Cascino

 

 

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