Grandi navi a Venezia: cosa deve ancora succedere perché si dica basta?
Solo ieri è avvenuto l’ennesimo incidente che poteva causare una tragedia nella città lagunare, le immagini del video sono inquietanti, a causa del maltempo, in Riva dei Sette Martiri, la Deliziosa di Costa Crociere in manovra è rimasta senza controllo fino a sfiorare uno yacht che si trovava ormeggiato, ma soprattutto la banchina. Sono riprese proprio dalla banchina alcune delle immagini finite anche su Youtube, altre sono prese da un traghetto.
In tutte si sente la sirena della nave e si avverte la paura di chi vede un gigante del mare arrivarsi addosso.
Nel caso dello yacht, solo all’ultimo momento, dopo che l’equipaggio era fuggito, i rimorchiatori sono riusciti a evitare l’impatto raddrizzando la rotta della nave che stava uscendo dal porto dopo il bacino di San Marco. Secondo informazioni della Capitaneria di Porto, la prua della nave avrebbe sfiorato lo yacht ancorato in Riva Sette Martiri e altre imbarcazioni del servizio pubblico di trasporto.
Neanche un mese fa abbiamo assistito a una notizia molto simile, la Msc Opera ha urtato un battello nel canale della Giudecca, con persone che si lanciavano in mare e altre che fuggivano sulla banchina. Dove dobbiamo arrivare perché si dica definitivamente BASTA?
Il problema delle grandi navi a Venezia è continuo e tocca diversissimi fronti, fotografi, artisti, personaggi pubblici e cittadini hanno più volte manifestato il loro disappunto riguardo al problema, non ultimo lo stesso street artist Banksy che durante la Biennale ha diffuso un video in cui implicitamente denunciava i rischi connessi alla presenza di questi grattacieli del mare nel fragile contesto veneziano.
L’insofferenza della popolazione veneziana per le navi da crociera in laguna è infatti alta, non tanto per un discorso estetico, lo vediamo tutti che sono orrede, ma perché la loro presenza ha più volte creato problemi, come dimostrano le recenti tragedie sfiorate, per non parlare del moto ondoso, ovvero lo spostamento di centinaia di migliaia di tonnellate di acqua dovuto al passaggio di queste navi che mette a rischio il delicato ecosistema della laguna, oltre al tessuto urbano della città. In fine non dimentichiamoci del delicato discorso ambientale.
Sotto il ponte di Rialto sono state misurate più polveri sottili che ai bordi di un’autostrada a tre corsie. Uno studio recente ha sottolineato che nel 2017 tutte le navi della flotta Costa Crociere hanno emesso in atmosfera una quantità di ossidi di zolfo 20 volte superiore a quella emessa dall’intero comparto automobilistico – circa 260 milioni di veicoli – circolante lo stesso anno nell’Unione europea. Lo studio evidenzia che proprio Venezia si trova in testa nella classifica delle città europee che subiscono maggiormente l’inquinamento delle navi da crociera.
Sono tantissimi i fronti a rischio dunque, da quelli ambientali, urbani e sulla sicurezza, a dirlo così sembra un’urgenza a cui bisogno dare un freno immediato, eppure, nonostante queste oggettività non è stato fatto nulla.
Come si fa a sradicare una città come Venezia dalla sua accezione di città esclusivamente turistica?
Dove non interessa quasi a nessuno del vero pericolo a cui va incontro la città perché interessa molto di più il lato economico che ci gira attorno.
Bloccare le grandi navi potrebbe avere delle ripercussioni per il turismo da crociera, tutti quei turisti con le tasche piene di soldi da spendere negli esercizi commerciali: “Rinunciare alle grandi navi costerebbe a Venezia 365 milioni di euro all’anno, il 5,4% del Pil del Comune”, spiegava qualche anno fa un report dell’università di Padova e Ca’ Foscari. Quindi che si fa? Si aspetta silenziosamente che Venezia si “esaurisca”, si consumi come un bel giocattolo finché non sarà arrivato il momento di gettarla, perché riconoscere il rischio avrebbe un costo economico, quindi tanto vale far finta che il rischio non esista.
Intanto la Procura di Venezia, come atto dovuto, aprirà un fascicolo sullo sbandamento e dovrebbe utilizzare proprio i video finiti sul web e le testimonianze come prove. «Ho già disposto un’immediata ispezione ministeriale per verificare quanto accaduto a Venezia» ha scritto su Facebook il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Secondo il ministro «il terzo rimorchiatore imposto è stato determinante per evitare un incidente. Ma non basta. Dopo 15 anni di nulla, siamo vicini a una soluzione per togliere le grandi navi da San Marco. E lo faremo tutelando sicurezza, ambiente, turismo e occupazione».
Succederà davvero qualche cosa? Avremo la sicurezza di poter tutelare un patrimonio unico al mondo come Venezia oppure la perderemo per sempre prima del tempo?