Giulia Manfredi riesce a trasformare una chiesa sconsacrata, che un tempo fu lo studio dello scultore Francesco Messina, in una serra con opere d’arte che sono piante vive, impegnate a scavarsi nel marmo il proprio spazio vitale e lottare per la propria esistenza al limite dell’artificio.
Curata da Sabino Maria Frassà, direttore artistico del progetto CRAMUM, la mostra Regno Sottile vede esposte queste nuove opere “verdi” accompagnate da lavori precedenti dell’artista, in particolare le variopinte Psicomanzie: lastre di marmo traforate risplendono come giardini all’italiana nei colori delle ali di farfalla incastonate al loro interno.
Sono presenti anche due opere in resina, Orfeo ed Euridice, che intrappolano fiori e piante, come sospesi in un blocco di ghiaccio artificiale.
Se i fiori e le piante bloccati nella resina appaiono ancora belli e affascinanti, nonostante la prigione chimica che li trattiene, le ali delle farfalle perdono completamente la loro vitalità. Raccolte da vecchie collezioni entomologiche dismesse, le ali diventano pura materia colorata, tagliate e ri-assemblate, come le pietre di un intarsio o lastre di una vetrata. I trafori in marmo accentuano l’aspetto artificiale, quasi funebre di queste composizioni.
Ma è nelle nuove installazioni con le piante vive, esposte per la prima volta in occasione di Regno Sottile, che Giulia Manfredi spinge oltre la propria riflessione. Partendo sempre da schemi geometrici intagliati nel marmo, in Geomanzia l’artista costruisce dei giardini all’italiana in miniatura, ricchi di muschi, piantine e fiorellini, dai quali crescono due piccoli alberi. Fondendo insieme la tradizione del giardino all’italiana, ricca di rimandi all’alchimia e all’astrologia, e quella giapponese del bonsai, è riuscita a piegare la natura alla volontà propria e della materia, costringendo le singole radici degli alberi a crescere attraverso il marmo traforato.
Il percorso di Regno Sottile culmina nella cripta dello Studio Museo Francesco Messina, dove l’artista e il curatore hanno collocato Still Waters Run Deep, una monumentale installazione in sei elementi che rappresenta l’esempio ultimo della ricerca di Giulia Manfredi.
Ritroviamo dei blocchi di marmo scavato, non più come un elegante traforo o come le aiuole di un giardino, bensì come il letto di un fiume che scorre. All’interno del marmo scavato ecco che cresce, con estremo sforzo, una natura artificiosamente costruita dall’uomo: piante e muschi tenuti irrigati da un sistema di tubicini di plastica e tenuti in vita da una serie di lampade UV, che illuminano la cripta con una sfumatura rosa-violacea affascinante e straniante allo stesso tempo.
Monumentale ma posta in uno spazio intimo di raccoglimento come la cripta, l’opera è il culmine della mostra e porta alle estreme conseguenze la riflessione sulla fragilità della natura manipolata dall’uomo: come un malato, la natura è posta quasi su un letto d’ospedale, con tubi e flebo che la tengono in vita, illuminata da luci sinistre.
INFO
Giulia Manfredi – Regno Sottile
Studio Museo Francesco Messina
Milano, via San Sisto, 4
fino al 20 luglio 2019
mar-dom 10-18
INGRESSO GRATUITO
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