ARTistocratic Vintage Rendez-Vous: un tuffo nel passato con Avantgarde Society

riproduzione riservata: Avantgarde Society

Avete presente la scena di Midnight in Paris, quando Owen Wilson scende dal taxi e si ritrova in un’altra epoca? Venerdì scorso, mi è successa la stessa cosa. Solo che mi trovavo a bordo della mia vecchia berlina e, invece che a Parigi, stavo a Varese. L’effetto, però, è stato lo stesso. All’improvviso mi sono ritrovata in un mondo diverso, quello creato da Avantgarde Society, associazione culturale senza fini di lucro che organizza eventi retrò di arte e musica. E che, in occasione del solstizio d’estate, ha trasformato Ville Ponti nella casa del Grande Gatsby.

Ad accogliermi ho trovato una villa d’epoca, illuminata a festa. Parcheggiate di fronte all’ingresso, c’erano coloratissime macchine d’epoca. Di quelle scomode da guidare, senza marce e con i volanti enormi, ma fotogeniche come non ne fanno più. Al loro interno ridenti gruppi di eleganti signore in posa. All’Aristocratic Rendez-Vous erano tutti elegantissimi. Guanti di seta, gonne di pailletes, calze a rete e velette. Una festa a tema in stile Gossip Girl. Forse era l’ambiente a volerlo. Non si può passeggiare in sale affrescate con addosso dei jeans.

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E, di certo, in un posto come quello non si può bere Coca-Cola. I drink sono stati preparati da barman esperti, anche loro superchic in maniche di camicia e bretelle. Cocktail i cui ingredienti provenivano tutti da vecchie bottiglie con pin-up sull’etichetta. Il mio preferito si chiamava Atomic, a renderlo speciale era una spruzzatina di vodka alla cannella, così forte da non poter ricordare altro.

Inebriata dal mio Atomic, mi sono ritrovata in una stanzina dall’aura magica. Al centro c’era un ragazzino in papillon. Di fronte a lui, una fila di altere signore dall’aria inebetita. Tutte intente a farsi stupire e prendere in giro da quel ragazzino e dalle sue doti d’abile illusionista. Avrei voluto assistervi anch’io, ma sono stata distratta da un luccichio. Nella stanzetta a fianco, c’era la gruccia delle meraviglie, strabordante di abiti da sogno. Vestiti di quelli come non ne fanno più. Dalle stoffe preziose e i tagli sartoriali. Belli come quelli delle nonne nelle foto da giovani.  Gentilmente offerti alle mie mani curiose da Vintage Delirium by Franco Jacassi. Anche qui, però, non ci sono rimasta poi molto.

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Dolce noti hanno catturato la mia – labile – attenzione. Nella sala principale, sotto un enorme lampadario di cristallo, aveva iniziato a esibirsi una band. Erano i Les Chansonniers de bottega, gruppo gipsy jazz. Questo però l’ho scoperto dopo. Al momento ho notato solo le dita che, muovendosi leggere sulle corde, riempivano la stanza di allegria. E una cantante ricciolina che, piccola e dalla voce così dolce che veniva voglia di farsi cantare una ninna nanna.

Poi il sogno è finito. La mezzanotte scoccò e io, Cenerentola costretta a un alzataccia per lavoro, sono dovuta rientrare nella mia carrozza, che subito è tornata zucca. Io, invece, forse per colpa dell’Atomic, ho continuato a sentirmi un’aristocratica figlia della Belle Èpoque per tutta la notte.

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