Al MANN, a Napoli, per la prima volta 12 grandi marmi e oltre 110 opere del sommo scultore per mettere a fuoco, nel “tempio” dell’Arte Classica, il legame fecondo tra Canova e l’Antico.
Dal 28 marzo Canova è a Napoli, al MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli e sarà presente fino al 30 giugno.
Ancora pochi giorni per beneficiare delle opere del massimo esponente del Neoclassicismo.
Questo “Itinerario Canoviano” come è stato definito dal direttore del MANN, Paolo Giulierini è stato curato da Giuseppe Pavanello e ha visto la collaborazione della Gipsoteca di Possagno, del Museo di Bassano del Grappa, del Museo Nazionale di Kiev e dell’Accademia di Napoli ma soprattutto la Mostra è copromossa dal Mibac-Museo Archeologico Nazionale di Napoli con il Museo
Statale Ermitage di San Pietroburgo nell’ambito dell’importante protocollo di collaborazione che lega le due Istituzioni.
Si tratta di un viaggio immersivo nel Neoclassicismo e nelle principali tappe del percorso artistico di Canova.
Napoli sa regalare momenti di quiete e serenità in luoghi magici come il MANN che creano un piccolo paradiso nel caos cittadino dove è possibile fare viaggi nel tempo. Perché in questo caso si è trattato proprio di un viaggio nel tempo.
A questo proposito non credo sia casuale che la sala della Meridiana del Museo sia stata deputata ad accogliere le opere del Canova da quelle originali ai modelli in gesso ai disegni preparatori.
Il senso di tranquillità, equilibrio e pace che si respirano all’interno del salone camminando tra le sculture e potendone apprezzare la tridimensionalità è indescrivibile. Lo spazio ampio e la fermezza dei corpi di Canova ci danno l’impressione che qualcosa di certo e di bello possano esserci nel mondo. Il senso di pace e di sicurezza che solo l’arte ci sa regalare sono necessari in un periodo come questo in cui nulla è sicuro e il senso del pericolo e dell’instabilità si sentono più che mai.
La noia che a volte assale alcune persone che si ritrovano a visitare un Museo nei caldi giorni estivi non è contemplata all’interno di Canova e l’Antico. Il Museo va incontro ai tempi moderni offrendo allo spettatore fin dal suo ingresso nell’atrio una proiezione bilingue del racconto per immagini che spiega in modo narrativo appunto la singola storia delle opere grazie a due maxi schermi da visualizzare comodamente seduti. Abbiamo così l’opportunità di approfondire per esempio la storia di Amore e Psiche narrata prima nelle Metamorfosi di Apuleio che l’ha fermata nell’eternità e poi scolpita nel marmo da Canova che ha voluto narrare questo celebre amore in alcuni momenti significativi.
Con questa Mostra ci viene data la possibilità di mettere a confronto le opere di Canova con alcuni modelli antichi, come per esempio L’Endimione dormiente concluso poco prima della sua morte e che vediamo al Museo accanto all’Ermafrodito addormentato come esempio dei modelli a cui faceva riferimento l’artista.
Il percorso si chiude con alcuni scatti di Mimmo Jodice, l’artista che più di tutti, attraverso una nuova Musa, quella della Fotografia, ha saputo comprendere la scultura di Canova.
Lo sguardo di Canova al passato e così noi che guardiamo alle sue opere che ci hanno preceduto è un guardare indietro positivo e non distruttivo come altri casi che purtroppo sperimentiamo in altre occasioni della vita pubblica e privata.
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