Il titolo del libro della Pina Dj e di Federico Giunta già è abbastanza chiaro: “Cosa non farei per trovare un fidanzato”, ma è il sottotitolo ad essere il vero bugiardino che tendenzialmente spaventa chi si appresta a ingollare una medicina amara: “tratto da una storia vera. La tua”.
Già, perché a tutte noi, prima o dopo, sarà capitato di rivolgersi le stesse, fatidiche domande: ma perché non riesco a trovare l’uomo giusto? Cosa c’è che non va in me?
A dare una risposta è arrivata La Pina, che smessi i panni della travel consultant con il libro “I love Tokyo”, ha vestito quelli di “Dottoressa Stranamore” e insieme al collega Federico Giunta, ha provato a dare una risposta a tutti quegli interrogativi tipicamente femminili sul perché sia così incredibilmente difficile trovare la persona giusta.
Un libro necessario, perché “a dire cosa fare son bravi tutti. Ma cosa non fare? Quello non te lo dice mai nessuno”.
“Cosa non farei per trovare un fidanzato” è poi un titolo “ingannevole”…proprio come l’amor. Ovvero è da tradursi con “ecco qui tutte quelle regole non scritte per evitare di ritrovarsi single dopo le prime due o tre uscite, quel codice di Hammurabi delle aspiranti fidanzate che elenca quella serie di cose che sono esattamente da evitare per trovare l’anima gemella”.
Con la sua proverbiale ironia, La Pina ci presenta una galleria di tipologie femminili tutte sbagliate, con un forte rischio di immedesimazione.
C’è un pezzo di loro in ogni donna: la lasciata, la più carina dell’azienda, la ragazza del giorno più bello, la ragazza che si fa i film, la ragazza part-time, l’amica cessa dell’amica figa.
Come recita l’incipit di questa nuova Bibbia delle relazioni sentimentali (andate male) “siamo state tutte lasciate almeno una volta nella vita. Tutte ci siamo abbrutite ascoltando le canzoni sbagliate, indossando outfit orrendi. A un certo punto, però, bisogna reagire. La verità è che ogni giorno che passate a compiangervi è un giorno lontano dal vostro prossimo amore. Perché quando si sta di merda si sta di merda, è inutile dirvi che dovete smettere di soffrire perché è come dire a uno che sta morendo di sete: ‘Non hai sete’. Allora facciamo un programma preciso. Crogiolatevi. Avete diritto a crogiolarvi nel dolore, ma non per più di tre mesi. In questi primi tre mesi vale tutto: l’ascolto delle canzoni strappacuore a ripetizione, il controllo ossessivo dei suoi social, sfogliare le foto in cui eravate felici insieme, lo stato di donnuta (mezza donna, mezza tuta), farsi pena, mangiare dal frigo, lavarsi poco. Persino il ciappo è concesso in questi tre mesi. Se vale tutto, vale tutto. Meglio toccare il fondo definitivamente, ma allo scadere del novantesimo giorno, bisogna alzarsi, vestirsi, via i baffi, via la ricrescita, manicure, pedicure e aprire la finestra. La vita ricomincia. La vita deve ricominciare. Tanto lui non torna, e se torna almeno vi trova in ordine”.
Inutile dire che la voce della Pina accompagna ogni singola parola di questo manuale di ecologia sentimentale; lei che ci accompagna come l’amica vera, quella che ha il coraggi di dirvi che quel vestito vi fa un culo a capanna e i capelli raccolti vi fanno assomigliare a Moira Orfei, (sempre con il massimo rispetto per la Moira).
Io l’ho letto in un pomeriggio, con l’avidità di chi si spara una maratona del Trono di Spade per poi scoprire che alla penultima puntata la regina cattiva non muore arrostita da un “dracarys” gridato dal cielo, ma in cantina, schiacciata dal soffitto che crolla.
Sistematevi sul divano, con un plaid costellato di unicorni e una tazza di tisana al finocchietto a portata di mano, chi ha un gatto lo stringa a se e coraggio, avviate la lettura.
Poi magari il fidanzato non lo trovate comunque, però che ridere!
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