La mia più cara amica è una musicista classica. La categoria non gode di ottima fama, e a buon ragione. Sempre così rigidi, impettiti e seriosi, non danno l’idea di essere tipi simpatici. Ma anche loro sanno divertirsi. A dimostrarlo ci ha pensato la Gaga Symphony Orchestra, che ieri sera ha fatto venir giù il Teatro Dal Verme di Milano con lo spettacolo Dancers in concert. Un concerto che sarebbe più giusto definire show musicale.
Sono una discreta fruitrice di musica classica. Ho visto (quasi) tutti i concerti della sovracitata cara amica. All’ultimo anniversario ho portato il mio ragazzo ad ascoltare la Nona di Beethoven. Andare ai concerti di musica classica è un modo per acculturarsi, per migliorarsi. E, come tutto ciò che accresce il bagaglio culturale, non è proprio spassoso. La musica classica è potente. Ascoltarla emoziona ma, sotto sotto, annoia anche un po’. Non ti dispiace stare lì, ma non sei triste quando il concerto finisce.
Ieri sera è stato diverso. Per la prima volta in vita mia, ho riso di fronte a un’orchestra. Ho canticchiato sotto i baffi, mosso la testa a ritmo. Sono rimasta lì fino all’ultima nota, sperando ce ne fossero di più da ascoltare. Non sono solo simpatici quella della Gaga Symphony Orchestra, quei ragazzi sono dei supereroi. Il cui potere è quello di far sembrare affascinanti e spassosi oboe e grancassa.
Dancers in concert si compone di diversi medley, ognuno con un tema diverso. Momenti diversi in cui i musicisti – tutti under 30, guidati dalla bacchetta di Simone Tonin, reinterpretano in chiave classica i più grandi successi della musica pop. E non solo, sono così ironici, i ragazzi della Gaga Simphony, da portare sul palco persino la sigla dei Puffi. Non perdertevi per niente al mondo lo spettacolo di arte varia di un orchestrale con la maschera dei Kiss.
E poi c’erano i ballerini, quelli della Scala. Martina Arduino, Claudio Coviello, Vittoria Valerio e Marco Agostino, guidati dal coreografo Marco Pelle. Altro spettacolo insolitamente interessante: l’etoilé che danza sulle note di Bon Jovi. La Gaga Symphony Orchestra ha dimostrato di essere non solo simpatica ma anche generosa e mi ha offerto un posto in platea. A fine serata, però, ho avuto voglia di andare al botteghino e pagare il mio posto, perché sarebbero stati i soldi meglio spesi del semestre. E, giuro, non lo dico solo per farmi invitare ancora. Lo dico per far venir voglia anche a voi di assistere allo show, per farvi arricchire il vostro bagaglio culturale, ma questa volta col sorriso.
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