Luc Tuymans è protagonista di una grande mostra monografica a Venezia: La Pelle, a Palazzo Grassi fino al 6 gennaio 2020.
Si tratta della prima mostra personale in Italia dedicata all’artista belga Luc Tuymans (Mortsel, 1958), organizzata dalla Pinault Collection e curata da Caroline Bourgeois in collaborazione con l’artista stesso. Tra le splendide sale di Palazzo Grassi, affacciato sul Canal Grande, sono esposti oltre 80 dipinti realizzati dal 1986 a oggi, provenienti da musei internazionali e collezioni private, soprattutto Pinault Collection.
La Pelle prende il titolo dal romanzo La pelle di Curzio Malaparte, uscito nel 1949 e ambientato durante l’occupazione alleata di Napoli tra il ’43 e il ’45, una città “liberata” abitata da una umanità straziata e oscura. Il percorso della mostra di Luc Tuymans si snoda, infatti, tra immagini straziate e inquietanti: dipinti che non ci ricordano per niente i quadri a cui siamo abituati, antichi o moderni, ma riproduzioni irreali di altre immagini che affollano la nostra vita o la storia recente.
Luc Tuymans è considerato uno degli artisti rinnovatori della pittura contemporanea. Attivo in questo campo dalla metà degli anni Ottanta, Tuymans indaga a fondo la sterminata realtà delle immagini che l’uomo produce, in particolare dalla nascita della fotografia e del cinema, fino alle immagini digitali che dominano la nostra esistenza quotidiana.
L’artista si dedica alla ricerca di immagini provenienti dalla sfera pubblica e personale, indagando il passato, ma anche la quotidianità: stampa, televisione, film, internet, fotografie d’epoca, altre scattate da lui stesso (spesso con la Polaroid o lo smartphone), disegni, ingrandimenti al microscopio o immagini ravvicinate di dettagli fuorvianti, libri e manuali, sempre immagini che sono riproduzioni di altre realtà visive.
Luc Tuymans riproduce tutte queste immagini attraverso il medium pittorico: non una pittura iperrealista, ma un velo di materia che appare come rarefatta, a volte opaca oppure offuscata, che giunge a una “falsificazione autentica della realtà”. Questa impalpabile sensazione di velo tra noi osservatori e l’immagine di partenza, come filtrata da uno schermo digitale, è lo spazio lasciato libero per la riflessione, scaturita dall’incertezza del nostro sguardo e dall’inquietudine.
Le opere di Luc Tuymans esposte in La Pelle non sono semplici da osservare, non si lasciano comprendere immediatamente. Sono immagini che potrebbero scivolare via davanti a un occhio distratto, proprio per il loro aspetto opaco e spento, poco accattivante e spesso sottilmente inquietante. In realtà dietro a ogni dipinto c’è una densa storia di significati da svelare.
Essenziale è, infatti, la piccola guida alla mostra, molto esaustiva e precisa, che permette di apprezzare il percorso di La Pelle opera dopo opera. È possibile scaricare la guida direttamente dal sito di Palazzo Grassi su proprio telefono, in caso quella in formato cartaceo all’ingresso della mostra non fosse disponibile.
L’unica opera non pittorica è la grande installazione ste specific Schwarzheide: un enorme mosaico che riempie l’intero atrio di Palazzo Grassi e accoglie il pubblico all’ingresso per accompagnarlo durante tutta la visita a La Pelle. Il mosaico riproduce un dipinto di Luc Tuymans del 1986. Questo era riproduzione, a sua volta, di un disegno realizzato da un prigioniero del campo di concentramento tedesco di Schwarzheide, tagliato poi a strisce per sfuggire alla confisca, che raffigura la foresta che circondava il campo nascondendolo alla vista e alle coscienze degli abitanti vicini. Come in tutte le opere, dietro alla ricerca dell’immagine riprodotta c’è un significato, spesso oscuro e inquietante.
Per dare ai nostri lettori un’idea più precisa della pittura di Luc Tuymans, possiamo citare qualche altro esempio esposto in mostra.
Twenty Seventeen (Duemila diciassette)
L’opera è stata scelta come immagine coordinata della mostra La Pelle. Luc Tuymans si è ispirato alla serie TV brasiliana 3%: in un futuro distopico ai poveri è concessa una sola possibilità, attraverso un gioco, di accedere al 3% della popolazione che detiene tutte le ricchezze attraverso un gioco. Solo il 3% di chi si sottopone a questa prova riesce ad avere successo, tutti gli altri sono condannati a morte nel corso del gioco. Il dipinto congela l’istante in cui la camera inquadra il primo piano di una donna mentre viene condannata a morire avvelenata.
Murky Water (Acqua torbida)
In origine la città olandese di Ridderkerk aveva commissionato un arazzo per il proprio municipio, che esaltasse la storia e l’identità della città. Luc Tuymans ha scelto di lasciarsi ispirare dai canali, in realtà pieni di detriti, alghe e acqua stagnante, scattando una serie di fotografie con la Polaroid, dal taglio molto cinematografico. L’acqua sporca e torbida contiene la storia della città, anche i suoi rifiuti, e ne riflette il presente, fatto di vita urbana affacciata sui canali.
Recherches (Ricerche)
Questo trittico di piccole tele mostra dettagli apparentemente poco interessanti: una abat-jour, un dente, una vetrina. La prima riproduce, in realtà, la fotografia della lampada da tavolo di un ufficiale nazista del campo di Buchenwald, con il paralume realizzato in pelle umana, mentre le altre due rimandano a scatti dello stesso Luc Tuymans durante una visita ad Auschwitz. Secondo l’intenzione dell’artista, l’apparente inespressività delle immagini provoca fastidio e testimonia quell’idea aberrante di scienza e medicina come saccheggio del corpo umano violato praticata nei campi di sterminio.
Technicolor e Peaches (Pesche)
La fonte di queste due opere è un filmato pubblicitario del 1913 che ha particolarmente affascinato l’artista per l’incertezza dell’immagine e la bassa saturazione dei colori. Tuymans ha trattato in modo particolare i bianchi di queste due composizioni, riproducendo gli aloni tipici di una proiezione luminosa, ma raggiungendo effetti spettrali. La riproduzione filtrata attraverso media diversi fa apparire estranei anche i soggetti più naturali e familiari, come frutta e fiori.
La Pelle è una mostra sicuramente non facile da digerire, che pone continui interrogativi sulle raffigurazioni apparentemente strane o illeggibili che si susseguono davanti ai nostri occhi, ci spinge a riflettere sulla creazione, la riproduzione e l’uso delle immagini nel mondo d’oggi.
È anche una bella occasione per approfondire la conoscenza di Luc Tuymans, uno degli artisti contemporanei più apprezzato a livello mondiale, e per provare a capire le ragioni di questo successo.
INFO
La Pelle – Luc Tuymans
Fino al 6 gennaio 2020
Venezia
Palazzo Grassi
Biglietto Palazzo Grassi + Punta della Dogana 18 €
Mercoledì-lunedì 10.00-19.00
Chiuso il martedì
Sito internet: www.palazzograssi.it
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