Simona Sparaco è la vincitrice della prima edizione del Premio letterario DeA Planeta, promosso da DeA Planeta Libri, con l’opera inedita “Nel silenzio delle nostre parole” firmata con lo pseudonimo di Diego Tommasini, un romanzo corale sulle distanze invisibili che spesso ci separano dalle persone che abbiamo accanto.
La vincitrice, Simona Sparaco, già finalista al Premio Strega e al Premio Bancarella, si è aggiudicata il premio pari a 150.000 Euro, la pubblicazione in Italia con DeA Planeta e in lingua spagnola con case editrici del Gruppo Planeta, insieme alle traduzioni in inglese e francese, sbaragliando gli altri componenti della cinquina dei finalisti, di cui ben tre autori sotto pseudonimo.
A premiarla la giuria composta da Massimo Carlotto (scrittore), Marco Drago (presidente Gruppo De Agostini), Claudio Giunta (docente e scrittore), Rosaria Renna (conduttrice radiofonica e televisiva) e Manuela Stefanelli (direttrice Libreria Hoepli). Durante la serata della premiazione, condotta da Andrea Delogu con Neri Marcorè e dedicata al piacere della lettura con parole, incontri, musica e spettacolo, è intervenuto Javier Sierra, giornalista e scrittore, vincitore del Premio Planeta 2017 con il romanzo Fuoco invisibile, edito in Italia da DeA Planeta.
Nel silenzio delle nostre parole sarà presentato in anteprima al XXXII Salone Internazionale del Libro di Torino sabato 11 maggio.
“È una doppia vittoria per me. La stesura di questo libro – racconta Simona Sparaco – mi ha accompagnato durante tutta la gravidanza. E non era un libro facile da scrivere in quelle condizioni. Ma quando ho saputo che la data di consegna dei manoscritti per il bando coincideva con la presunta data del parto, ho letto questa coincidenza come un segno e mi sono fatta coraggio. Tommaso è nato insieme al libro, due mesi fa, e insieme a suo fratello Diego mi ha suggerito il nome da scegliere per lo pseudonimo. Mi hanno fatto da cavalieri, per sostenermi qualora il romanzo non fosse stato notato, e mi hanno regalato l’emozione di essere letta dai giurati come se fossi un esordiente, e uomo. Sono davvero molto onorata ed emozionata! Le storie dei miei personaggi si ispirano ai fatti realmente accaduti nella Grenfell Tower di Londra, che prese fuoco, scioccando mezzo mondo, me compresa. Le mie storie però sono una finzione che mi è servita come pretesto per raccontare la difficoltà di comunicare tra genitori e figli, l’incapacità di mostrarci, proprio alle persone che ci sono più vicine, per quello che siamo”.
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