Fanno da cornice le Gallerie d’Italia di Milano all’opera monumentale “Il Genio Futurista” di Giacomo Balla della Collezione Biagiotti, uno dei capolavori più emblematici del Futurismo, esposto per la prima volta a Milano in occasione del Salone del Mobile e di Milano Moda Design, visitabile fino al 12 maggio. La sede non poteva essere più azzeccata, il Cantiere del ‘900 delle collezioni Intesa Sanpaolo, che riunisce un patrimonio proveniente dai diversi istituti di credito confluiti nel Gruppo, e delineano un percorso culturale che, attraverso opere di Boccioni, Balla, Carrà, De Chirico, Funi, Mafai, Sironi, Rosai, Spadini, Tosi, Zanini e molti altri artisti, ripercorre tutto il secolo scorso.
La monumentale opera, olio su tela d’arazzo, cm 279×381, la più grande mai realizzata da Balla, fa parte della ricca collezione di opere di Giacomo Balla raccolte dalla famiglia Biagiotti con la direzione scientifica di Fabio Benzi.
L’opera viene realizzata da Balla per l’Exposition des Arts décoratifs modernes tenutasi a Parigi nel 1925, dove è esposta per la prima volta proprio nel padiglione delle arti decorative insieme ad altre sue realizzazioni: Mare vele vento, Farfalle in movimento e Fiori futuristi.
Impostato sui colori italiani (rosso, bianco e verde), che si intarsiano su un fondo blu e azzurro, la composizione “prismatica” è incentrata su una schematica figura d’uomo, la testa a stella, le braccia tese a formare una sorta di M, iniziale di Marinetti inventore del Futurismo, le gambe due cunei rossi. Da questa figura astratta solo vagamente antropomorfa (il “Genio futurista”, in fondo autoritratto dello stesso Balla) si irradiano forme-rumore che condensano le diverse esperienze pittoriche futuriste dell’artista in una sorta di summa artistica: dalle forme acute “motorumoriste” ai volumi astratti di Feu d’Artifice (1916-1917), dal tricolorismo patriottico di Forme-grido Viva l’Italia (1915) alle rappresentazioni teoriche e teosofiche sulla “quarta dimensione” di Trasformazioni forme-spiriti (1918) e di Pessimismo contro Ottimismo (1923), ai triangoli intersecati delle Compenetrazioni iridescenti.
L’arazzo Genio futurista è la rappresentazione precisa e riassuntiva di un processo geniale che porta l’artista alla coscienza dei rapporti dinamici dell’universo, a rappresentarli come forme e colori puri, avanguardia non solo di forme, ma anche e soprattutto di intuizioni intellettuali, di dimensioni che superano il visibile e danno corpo all’invisibile, come lo stesso Balla affermava nel Manifesto della Ricostruzione Futurista dell’Universo (1915).
Info:
9 aprile – 12 maggio 2019
Gallerie d’Italia – Piazza della Scala 6, Milano
Orari: da martedì a domenica 9.30-19.30 (ultimo ingresso ore 18.30) – Giovedì 9.30-22.30 (ultimo ingresso ore 21.30)
Lunedì chiuso
Aperture straordinarie: 21 aprile (Pasqua), 22 aprile (Pasquetta), 25 aprile (fino 22.30), 1 maggio
Tariffe: Intero 5,00; ridotto 3,00. 5 maggio ingresso gratuito (prima domenica del mese), 12 maggio ingresso ridotto per le mamme (Festa della mamma)
Numero verde 800.167619; info@gallerieditalia.com
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