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La corte delle meraviglie: il Museo del Prado al Cinema

Il Prado di Madrid: uno dei musei più famosi al mondo, un nome immancabile tra le pagine di qualsiasi libro di storia dell’arte, una tappa imperdibile di ogni viaggio nella capitale spagnola. Ecco che, come vi avevamo anticipato, abbiamo la possibilità di ammirarne la magnificenza e la storia al cinema con il film evento Il Museo del Prado. La corte delle meraviglie, nelle sale in questi giorni, fino a domani mercoledì 17 aprile 2019.

Il Museo del Prado. La corte delle meraviglie è il nuovo appuntamento della serie La Grande Arte al Cinema, ideata e distribuita da Nexo Digital, insieme ai partner Radio Capital e MYmovies.it. Il film è prodotto da 3D Produzioni e da Nexo Digital con il sostegno di Intesa Sanpaolo, in collaborazione con Sky Arte e A CONTRACORRIENTE. Il Museo Nacional del Prado ha dischiuso per noi le porte delle sue collezioni, dei suoi depositi e dei laboratori di restauro, dove sono conservate oltre 8000 opere, di cui solo 1700 in esposizione.

Francisco de Goya, “Maja desnuda”, 1795-1800

Era il 18 novembre 1819 quando il Prado venne inaugurato come Museo Real de Pinturas, un museo pubblico: per la prima volta le collezioni reali venivano aperte a tutti. Ma la storia dei reali spagnoli intenti a spendere fortune per accumulare alcune delle opere più importanti della storia dell’arte inizia molto prima. A narrarcela è il Premio Oscar britannico Jeremy Irons, che ci accompagna con la sua presenza e la sua voce, doppiato da Mario Cordova, attraverso la Spagna e Madrid.

Jeremy Irons

L’inizio di questo viaggio è emblematico: l’Imperatore Carlo V, nato nelle Fiandre, provato dalle vittorie contro i Protestanti in Germania, abdica e si ritira in Spagna, portando con sé la propria collezione, in cui spicca Tiziano, un pittore italiano. Da questo incontro di luoghi e civiltà diverse nasce il primo nucleo delle collezioni reali oggi al Prado. Un cardine importante del film è proprio il carattere “internazionale” dell’arte e l’incontro di civiltà diverse armonizzate dal gusto collezionistico dei reali di Spagna, Asburgo e poi Borbone.

Tiziano, "La Gloria", 1551-54
Tiziano, "Carlo V con il cane", 1553

 

Il Museo del Prado. La corte delle meraviglie vede la collaborazione di numerosi conservatori e restauratori del museo stesso, custodi delle opere e veri protagonisti del film accanto a queste. Sono loro a guidarci attraverso i capolavori del Prado: dalla pittura spagnola, a quella fiamminga, agli italiani, da Tiziano e Tintoretto, a Velázquez e Goya. Una geografia di nomi che riflette anche la geografia della Spagna nel corso della storia, dei rapporti con il Nord Europa, la Germania, Venezia, Napoli.

El Greco, "Il cavaliere con la mano sul petto", 1580
Diego Velázquez, "Las Meninas", 1656
Francisco de Zurbarán, "Bodegon con cacharros",1650
Pieter Paul Rubens,"Le tre Grazie", 1630-35

 

Le collezioni reali del Prado sono sempre state anche fonte di ispirazione per artisti e intellettuali di ogni epoca: da Rubens che ammirava e copiava Tiziano, a Picasso affascinato da El Greco e Velázquez, a Goya che fu tra i visitatori dell’inaugurazione, circondato dalle proprie stesse opere. Ma, naturalmente, anche i visitatori moderni, quasi ipnotizzati dalle surreali tavole di Bosch o inquietati dalle ultime e private “Pitture Nere” sempre di Goya.

Jeremy Irons di fronte a Francisco de Goya, "Saturno", 1820-23
Jeremy Irons di fronte a Diego Velázquez, "Las Meninas", 1656

 

Il Museo del Prado. La corte delle meraviglie ci porta anche a conoscere il panorama intellettuale e artistico della Spagna del Novecento e contemporanea e al rapporto di questi artisti con il Prado.
Numerosi sono, infatti, gli intermezzi con protagonisti attori, artisti, figli e nipoti di letterati illustri, come Marina Saura, attrice figlia del pittore Antonio Saura (1930-1998), che la portava ogni domenica al museo da bambina, Laura García-Lorca, nipote del poeta Federico García-Lorca (1898-1936), Olga Pericet, danzatrice e rinnovatrice del Flamenco, Pilar Pequeño, fotografa, ma anche l’architetto inglese Norman Foster, che ha progettato insieme allo studio spagnolo Rubio Arquitectura il restauro e adeguamento del Salón de Reinos, la prossima espansione del Museo Nacional del Prado.

Jeremy Irons di fronte a Tintoretto, “La lavanda dei piedi”, 1548-49

Attraverso i dipinti, le sale del museo, le parole degli intellettuali, i racconti dei conservatori, il film si interroga anche sull’identità spagnola, sia quella storica, sia quella attuale, in qualche modo plasmate e influenzate anche dal Museo del Prado, anche attraverso le pagine più buie della storia recente.

Francisco de Goya, “Il 3 maggio 1808”, 1914

Forse il film risulta un po’ dispersivo, con la camera che viaggia attraverso la Spagna, le sale del museo, le strade di Madrid, di Napoli e i canali di Venezia, i palazzi e le regge asburgiche e borboniche, dal monastero dell’Escorial, alla Reggia di Caserta.
Probabilmente, per ragioni di durata, durante il montaggio sono anche state tagliate alcune parti di intervista ai conservatori del Prado, per cui si hanno informazioni molto minuziose e dettagliate su alcune opere, di cui si danno per scontate, però, le informazioni generali per una lettura e identificazione dei soggetti.
Restano, però, estremamente affascinanti le fugaci riprese dei laboratori di restauro e degli archivi, in cui si vedono tele e tavole “sotto ai ferri”, e persino alcuni materiali fotografici che testimoniano l’allestimento antico del Prado.

Possiamo comunque affermare che Il Museo del Prado. La corte delle meraviglie rappresenta sicuramente un interessante esperimento per provare a narrare attraverso il cinema la storia di un’istituzione culturale secolare, per renderla viva e cercare quelle complesse connessioni che possono nascere dall’arte e dalla pittura.

INFO
Il Museo del Prado. La corte delle meraviglie
15-16-17 aprile 2019
Elenco delle sale cinematografiche: www.nexodigital.it

Come di consueto, presentando il nostro coupon avrete uno sconto sul prezzo del biglietto.

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