La prima di “Manuale di Volo per Uomo” ha incantato il pubblico del teatro Manzoni di Milano. Lo spettacolo, in programmazione fino al 27 febbraio, è scritto da Simone Cristicchi e Gabriele Ortenzi per la regia di Antonio Calenda. È il vissuto di Raffaello, oggi quarantenne, che non può né deve lasciarsi alle spalle la sua infanzia. Il monologo interpretato da Simone porta in scena la trasformazione di una ferita (causata dall’abbandono di una madre) in qualcosa di bello, grazie al potere dell’arte.
Quella di Raffaello è una vita trascorsa a combattere inconsapevolmente con le assenze e i mostri del passato che si ripercuotono costantemente nel presente. Grazie alla mente fotografica approda alla verità, comune ai matti e ai sani, perché non c’è differenza di parti dato che l’amore, “formato da alfa privativo e mors”, è la negazione eterna della morte.
Lo spettacolo è connotato da una forte componente autobiografica, perché quella del protagonista è la proiezione di Simone, come ha rivelato lui stesso in un’ammissione intima al termine del monologo: “Ho perso mio padre a 12 anni, all’epoca reagii chiudendomi in me stesso; passavo le giornate in camera disegnando in maniera compulsiva. (…) Avevo costruito una realtà fittizia, uno spazio che mi facesse stare bene”. Poi sono arrivate l’arte e la musica, il vero manuale che gli ha permesso di prendere il volo.
“Niente è più grande delle piccole cose”: questa la chiave di volta e svolta di un monologo che è un crescendo continuo, con il quale lo spettatore viene denudato e portato a confrontarsi con delle verità trascurate e, dunque, con delle dimenticanze che gli impediscono di spiccare il volo. Questa parabola umana insegna che si vola da soli ma facendosi carico anche del vissuto altrui, che non grava, semmai arricchisce. Infatti, al termine dello spettacolo vengono proiettate delle sequenze di “HappyNext”, il documentario in cui Cristicchi ha interrogato più di cento persone sulla definizione di felicità. Ecco, non esiste un paradigma più esatto di un altro; ogni significato insito in sé viene reciprocamente scambiato e autenticato dalle relazioni con altre 7 miliardi di persone.
E poi “Abbi cura di me”, il brano che il cantante ha presentato alla 69esima edizione del Festival di Sanremo si presta a essere una chiusura perfetta. Un’esibizione pacata, quasi sussurrata, dove il semplice suono della sua chitarra e la poeticità del testo consegnano ai presenti un dono, il messaggio della pienezza: “L’amore è l’unica strada, è l’unico motore. È la scintilla divina che custodisci nel cuore. Tu non cercare la felicità semmai proteggila, È solo luce che brilla sull’altra faccia di una lacrima. È una manciata di semi che lasci alle spalle come crisalidi che diventeranno farfalle”.
INFO:
Manuale di Volo per Uomo – fino al 27 febbraio ore 20.45
Teatro Manzoni di Milano – Via Alessandro Manzoni, 42
BIGLIETTI Prestige € 27,00 – Poltronissima € 25,00 – Poltrona € 18,00 – Under 26 anni € 17,00
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