“Nureyev”, il film evento diretto dai registi Jacqui e David Morris e distribuito in esclusiva da Nexo Digital, arriverà nelle sale cinematografiche italiane solo il 29 e il 30 ottobre, per una due giorni che si appresta a deliziare il pubblico con le incantevoli gesta di colui che è stato il più grande ballerino di tutti i tempi: Rudolf Nureyev.
Alcuni speciali individui, la cui peculiarità è la propria innata genialità creativa, vengono al mondo per donare all’umanità, attraverso la propria arte, emozioni uniche: Rudolf Nureyev è colui che più di ogni altro interprete, nella storia della danza, ha saputo affascinare il pubblico, ammaliandolo e rendendolo devoto.
Nureyev, nato in Russia il 17 marzo 1938 da una famiglia di umili origini, ben presto, fin dalla tenera età di undici anni, approcciò quell’universo incantato che sarebbe diventato il suo fuoco sacro, vocazione pura e ragione di vita: la danza. Innamoratosi perdutamente di questa disciplina, giorno dopo giorno, il proprio impegno e la propria instancabile dedizione gli permisero di entrare a fare parte della Compagnia della Scuola di Ballo del Teatro Kirov a Leningrado: fu l’inizio di una carriera sfavillante, che lo portò a essere amato e acclamato in tutta Europa, e nel mondo intero.
Talento cristallino splendidamente unito a un’aura iconica, nel corso della pellicola lo spettatore vede scorrere indimenticabili testimonianze video di magistrali esibizioni di Nureyev che fecero epoca, alternate a prestigiose interviste dai toni caratterizzati dal celebre humor di questa leggenda: un artista tanto dirompente e al contempo delicato sul palco, quanto irrefrenabile nelle sue vicende personali.
Indelebile nella memoria di coloro che vissero l’esplosione del successo, in terra francese, a Parigi, del genio ribelle che danzava per la libertà, fu la sua decisione di disertare la propria patria, motivata da contrasti e tormenti interiori, rinunciando a poter vedere e abbracciare i propri cari, in primis la propria madre, per lunghi anni. Nureyev fu il primo danzatore di quella che fu l’epoca sovietica a scegliere l’Occidente.
Passioni, amori e alcuni inevitabili scandali si intrecciano magnificamente alla danza in questo film: su tutto spicca il meraviglioso feeling artistico che legò indissolubilmente Nureyev alla illustre danzatrice inglese Margot Fonteyn, insieme alla quale egli dettò un nuovo corso nella storia di questa disciplina.
Il successo di Rudolf Nureyev toccò apici tali da consentirgli di essere celebrato dagli scatti di fotografi quali David Bailey e di poter frequentare ambienti del jet set dell’epoca. Divenne un’Icona della cultura pop di quegli anni: la propria arte, il proprio stile di vita e il fascino sprigionato dalla propria allure romantica lo resero leggendario.
Se le immagini della danza costituiscono il pilastro di quest’opera, la colonna sonora, della quale sottolineiamo la sublime maestosità, dona all’intera pellicola la caratura della perfezione.
Questo film ci ha emozionati e ci ha donato un ritratto folgorante della leggenda che risponde al nome di Rudolf Nureyev. Invitiamo i nostri lettori a non perdere l’opportunità di ammirare sul grande schermo questo viaggio, poesia in movimento, alla scoperta dell’uomo che incantò il mondo.
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