“Salvador Dalí. La ricerca dell’immortalità”: la recensione del film in anteprima
“Salvador Dalí. La ricerca dell’immortalità”, film diretto dal regista David Pujol, è pura poesia: un inno alla vita e alla creatività, un viaggio magistrale nel corso delle tappe fondamentali dell’esistenza del celebre artista spagnolo Salvador Dalí, una delle menti creative più celebrate del ‘900 e dell’intera storia dell’arte. Nelle sale cinematografiche il 24, il 25 e il 26 settembre.
Questo documentario, fin dai primi istanti della proiezione, fa breccia nel cuore dello spettatore, accompagnandolo ed emozionandolo lungo gli innumerevoli capitoli che si succedono nell’arco degli splendidi 105 minuti di durata della pellicola. L’elemento basilare è l’amore eterno e passionale che Dalí nutrì per la propria amata, la musa ispiratrice Gala, una figura fondamentale per l’esistenza e per il successo professionale dell’artista: fu infatti colei che, percependo fin da subito il talento e il valore inestimabile delle creazioni del pittore spagnolo, abbandonò la propria vita costellata dal glamour e dagli agi per affiancare il genio e la sregolatezza di Salvador Dalí, prodigandosi incessantemente per promuovere le opere di questo autentico fuoriclasse del mondo dell’arte in ogni dove. Fu Gala, l’unica donna che l’artista spagnolo abbia mai amato, a occuparsi instancabilmente dell’ascesa del suo amato, spinta perennemente da un amore puro e viscerale.
Salvador Dalí ci viene presentato nel corso dell’opera attraverso uno sguardo tanto intimo quanto delicato, a partire dal complesso rapporto con il padre, incrinatosi dopo la scelta dell’artista di “abbracciare” le idee del gruppo surrealista, passando per il suo magnifico progetto di creare tassello dopo tassello la sua dimora-studio negli ambienti della casa a Portlligat, il sogno di una vita di Salvador Dalí. Ci viene mostrato un memorabile filmato durante il quale il pittore spagnolo illustra il suo pensiero sull’evolversi di forme di comunicazione quali il giornalismo, la stampa, la televisione e il cinema, da egli considerati “dei grandi mezzi moderni di abbruttimento e cretinizzazione della massa”, per concludere infine con un perentorio “li adoro questi mezzi”.
Il suo indiscusso talento creativo gli consentì di entrare a stretto contatto con personaggi illustri ed eclettici quali Luis Buñuel, con cui produsse e interpretò Un Chien Andalou nella surrealista Parigi, per giungere al sognante intreccio di idee con il leggendario regista Alfred Hitchcock, che dichiarò di ritenerlo “il miglior uomo in grado di rappresentare i sogni”.
Amato e acclamato in tutto il mondo, quest’uomo così geniale e visionario dovette convivere nell’arco della propria intera esistenza con la perenne ossessione riguardante il costante paragone con il fratello defunto, placata instancabilmente conducendo all’estremo la propria eccentricità, in ogni contesto e situazione, con l’obiettivo primario di far prevalere la propria unicità, come afferma lo stesso artista in un emozionante passaggio di quest’opera.
Questo film ci ha ammaliati e ci sentiamo in dovere di consigliarne la visione ai nostri lettori. “Salvador Dalí. La ricerca dell’immortalità” è un evento unico e irrinunciabile, che sarà proiettato nelle sale cinematografiche della nostra penisola per tre speciali giornate, il 24, il 25 e il 26 settembre, andando a inaugurare la programmazione concepita e distribuita da Nexo Digital nell’ambito del progetto La Grande Arte al Cinema, che mira a donare agli appassionati della settima arte e a tutti coloro che desiderano approcciarsi alla magia del cinema uno sguardo ravvicinato su uno degli artisti più eclettici che l’umanità abbia mai ricevuto in dono: un dono da custodire preziosamente.