Ultimo tango a Parigi. Un grande ritorno per una tre giorni speciale
Un maestoso tributo per un film stratosferico, opera di un regista che ha segnato in modo indelebile la storia del cinema. Stiamo parlando di ‘Ultimo tango a Parigi’, il film italiano più visto di tutti i tempi, autentica pietra miliare firmata da Bernardo Bertolucci, che tornerà nelle sale cinematografiche italiane in occasione di un evento speciale della durata di tre giorni, in programma dal 21 al 23 Maggio.
Dopo la presentazione in anteprima mondiale tenutasi il 28 Aprile al Bif&st – Bari International Film Festival, Domenica 6 Maggio Fondazione Prada, a Milano, ha organizzato due proiezioni speciali della versione restaurata del film: una ‘prima’ – evento, alla quale abbiamo partecipato, contraddistinta dalla presenza in sala del regista Bernardo Bertolucci e del Presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, Felice Laudadio. Bertolucci e Laudadio sono stati introdotti da Germano Celant, Direttore artistico e scientifico della Fondazione Prada.
Il film, proiettato in versione originale in lingua inglese e francese, con i sottotitoli in italiano, è stato accolto con grande calore ed entusiasmo dagli appassionati, accorsi in centinaia alla sede di Fondazione Prada nelle prime ore del pomeriggio per potersi garantire l’accesso all’evento.
La pellicola sarà distribuita dal Centro Sperimentale di Cinematografia in 120 copie in diversi cinema d’Italia, alcuni dei quali avranno il privilegio di poter proiettare la pellicola in lingua originale, con i sottotitoli in italiano.
CSCP Distribution, che si è prodigata per la distribuzione dell’opera restaurata, è la sezione del Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale che si occupa di distribuzione e produzione.
Il restauro della pellicola è stato realizzato da CSC-Cineteca Nazionale, in collaborazione con Grimaldi Film Productions e Metro-Goldwyn-Mayer Studios, con la supervisione di Vittorio Storaro, per quanto riguarda l’immagine, e di Federico Savina, per il suono, il quale ha curato la colonna sonora originale – realizzata da Gato Barbieri – in cui Marlon Brando e Maria Schneider alternano l’inglese e il francese, dando senso anche ad alcuni giochi di parole.
Il film è stato scansionato a 4K 16bit presso il laboratorio Prasad Corporation di Los Angeles e poi restaurato digitalmente presso il laboratorio Fotocinema di Roma. Il restauro è stato realizzato a partire dai negativi originali messi gentilmente a disposizione da Metro-Goldwyn-Mayer Studios.
Ultimo tango a Parigi, film indiscusso, ricevette due nomination agli Oscar del 1974, destinate a Bertolucci e Marlon Brando, autentico mattatore dell’opera, e ricevette il Nastro d’Argento per la Miglior Regia.
Il film narra del rapporto infuocato tra Paul, un americano di mezza età dalla vita molto intensa, ma stravolta da un evento sconvolgente, interpretato da un Marlon Brando in stato di grazia, e Jeanne, una ragazza della borghesia parigina interpretata da una giovanissima Maria Schneider.
I due protagonisti si conoscono nell’appartamento, inizialmente vuoto, che la giovane visita all’inizio del film, in vista di una sua possibile permanenza: tra i due si scatena una passione sfrenata e irrefrenabile.
L’appartamento così diventa il loro rifugio sicuro, uno spazio protetto dove possono semplicemente essere un uomo e una donna liberi di amarsi, lontani dalle proprie vicissitudini personali.
Un intreccio di passione e sofferenza, la cui regola principale è la reciproca estraneità: l’uomo ordina difatti alla ragazza di non rivelargli mai il proprio nome, nè di fare alcun cenno sui nomi delle persone a lei care.
I due instaurano così una relazione, in un contesto parallelo alla propria vita quotidiana, dominata dalla carnalità e dalla grande personalità di Paul, di cui Jeanne si innamora, e del quale subisce inevitabilmente il carisma.
Il film destò scandalo, all’epoca della sua uscita nelle sale cinematografiche nel 1972, a causa del suo contenuto, caratterizzato dall’elevato tasso di erotismo e da una scena molto discussa e contestata, la scena-madre che scatenò l’impeto inarrestabile dei detrattori dell’opera: la scena del burro.
Il 29 Gennaio del 1976 il film venne condannato dalla Cassazione alla distruzione delle copie, compresi i negativi. Bernardo Bertolucci subì una sentenza per “offesa al pudore”, subendo la perdita dei diritti civili per cinque anni.
Solo nel 1987 ne fu decisa la riabilitazione definitiva, per l’intervento di un giudice istruttore di Roma che riaprì il caso, nominando un pool di tre periti profondamente conoscitori della materia cinematografica. Il film fu riabilitato a livello artistico con la seguente motivazione: “La stessa scena di massima violenza, quella della sodomizzazione di Jeanne, non è drammatica per il fatto, per il contatto sessuale, ma perchè costituisce la cerimonia rituale di una violenza nuda che si contrappone alla violenza civile, alla repressione familiare, ai rapporti di proprietà”.
Tale fu la portata di questa ‘riabilitazione’ che il film potè finalmente spiccare il volo verso il meritato status di cult della storia del cinema.