Un santuario a forma di gatto osserva il viavai di ogni giorno, mentre gatti giocherellano per le stradine dell’isola e palline decorate con musi di gatti adornano alberi che danno sul lungomare. Gatti ovunque. Circondata da bellezza rurale e isolata dal continente da condizioni ambientali estreme che limitano il passaggio dei visitatori, Taroshijima offre un vero e proprio paradiso per la sua comunità… di gatti. È da oltre un secolo che questa affascinante cittadina di pescatori si è dedicata a diventare un vero e proprio luogo di venerazione dei felini e dei suoi custodi, diventando anche la protagonista del film documentario Cat Heaven Island (2016) diretto dal regista americano Landon Danoho. Dal 23 aprile al 2 maggio 2018 Fondazione Cineteca Italiana propone in esclusiva presso il Cinema Spazio Oberdan a Milano la proiezione di questo toccante spaccato di armonia tra uomo e natura.
Sulla piccola isola Tashirojima vivono circa un centinaio di persone ed è credenza popolare che i gatti portino fortuna.
Ma come ci sono arrivati su un isola tutti questi meravigliosi mici? Durante il periodo Edo della storia giapponese (quello che va, per intenderci, dal 1600 alla prima metà dell’Ottocento), i gatti furono introdotti come piccola colonia per cercare di tenere lontani i topi dagli allevamenti di bachi da seta. Quando questa attività, piano piano, venne meno, i gatti rimasero continuando a riprodursi e generando una colonia decisamente folta.
Gli abitanti dell’isola iniziarono ad accudire questi piccoli piccoli randagi, tanto che questi sono aumentati così tanto da diventare più del doppio della popolazione umana. Circondata da un paesaggio naturale incontaminato e caratterizzata da poco turismo, Tashirojima è un vero paradiso per i suoi abitanti – bipedi e quadrupedi – ma poiché l’83% della popolazione ha oltre 65 anni, il Giappone l’ha classificata genkai-shūraku, “paese terminale” per un drastico abbassamento della popolazione umana e per l’assenza di una scuola e un ospedale.
“Si tratta di un’adorabile isola di sogni” dove “gli anziani e i giovani si tengono per mano, ridendo e piangendo”, canta Kazuo-San, l’anziano del villaggio, durante un raro momento di festa in questa tranquilla isola giapponese. “Benvenuti a Taroshijima, isolata dalle montagne, casa di una popolazione di gatti che è il doppio di quella umana ed è felice di esserlo“.
Inutile dire che sull’isola non è possibile portare (nemmeno in visita) cani.
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