Vanitas vanitatum et omnia vanitas (vanità delle vanità, tutto è vanità)…
La celebre locuzione latina del Qohelet (Ecclesiaste), un libro sapienziale della Bibbia ebraica e cristiana, esprime bene quello che nel mondo dell’arte è diventato un genere pittorico ben preciso: la vanitas, che ha avuto il suo massimo sviluppo nel Seicento olandese. Nel corso dei secoli la vanità dell’uomo, a dispetto dell’idea di caducità, temporaneità, della vita, è rimasta immutata tanto che, se una volta, ci volevano ore e ore per soddisfare il proprio narcisismo restando immobili mentre qualche pittore ritraeva, adesso è sufficiente prendere in mano lo smartphone e scattare una foto. Trait d’union tra questi due modi di affrontare “la vita” è la nuova funzione della app Arts and Culture di Google, gratuita sia per iOS che per Android.
Basta scattarsi un selfie direttamente attraverso l’applicazione per scoprire qual è il celebre ritratto che ci somiglia di più. Basata su una tecnologia di riconoscimento facciale, l’app esegue, infatti, una scansione della foto dell’utente e la associa ad un’opera d’arte, la più somigliante possibile, con risultati talvolta molto divertenti. Sembrerebbe che la funzione sia già disponibile anche in Italia, ma non sia ancora stata diffusa a tutti gli utenti. Per trovarla è necessario scorrere la pagina principale finché non si trova la dicitura “Is your portrait in a museum?”. Se non compare, significa che bisognerà aspettare ancora un po’ prima di venire accostati a un autoritratto di Van Gogh o di Frida Kahlo (che sembrano essere i due più gettonati).
L’app Arts and Culture di Google, fa parte del progetto voluto dal Cultural Institute di Google ed esiste dal 2016 e mette a disposizione dei propri utenti foto, storie e informazioni sulle opere e tour virtuali in più di un migliaio di musei sparsi in 70 Paesi. Non solo le opere si possono fruire in un modo più tecnologico, entrando nelle storie dei quadri e dei pittori, con l’app si possono avere informazioni sulle mostre in cartellone, leggere degli approfondimenti dedicati agli artisti o ai musei. Geolocalizzandosi, infine, potremo sapere se ci sono delle esposizioni nei dintorni, gli orari d’apertura e i costi dell’entrata.
Insomma, la novità ha scatenato la curiosità degli utenti che hanno invaso il web e i social con le immagini delle somiglianza del proprio “doppelgänger” scovate dalla nuova tecnologica.
Un’idea sviluppata anche da Tabloid Art History, meglio conosciuto come TAH, in cui personaggi internazionali del mondo del cinema, musica ecc sono ritratti nelle stesse pose o espressioni di quadri famosissimi.
Senza dubbio è un modo nuovo e “immersivo” per scoprire l’arte e soddisfare la propria narcisistica curiosità. Chi l’avrebbe mai detto che un selfie potesse essere altamente educativo?!
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