Ho incontrato Giovanna Vitacca e ho scoperto la magia del restyling
La moda è superficiale soltanto se lo è il nostro approccio a essa.
Se è vero che l’abito non fa il monaco è anche vero che per tutti noi altri può fare una bella differenza. Il vestito giusto è in grado di farci sentire fieri e sicuri, di toglierci la paura, infonderci coraggio. D’altronde, per conquistare il mondo c’è bisogno dell’outfit adatto.
Ed è qui che entra in gioco Giovanna Vitacca, la style e communication coach i sui servizi ho testato per voi.
Dopo una ventennale carriera passata a curare l’immagine di brand multinazionali, Giovanna ha deciso di restringere l’obiettivo e concentrarsi sulle persone.
Una sorta di “psicologa” dell’abito. Una maga cui basta guardarvi pochi minuti per trovare il modo di farvi risplendere.
Perché è questo ciò che fa Giovanna: tira fuori il meglio di voi. Non si tratta di una modaiola incallita che vi costringerà a indossare mocassini pelosi solo perché sono un must. Né vi obbligherà a comprare tailleur da pinguini anche se il vostro lavoro lo richiederebbe.
Quel che fa è aiutarvi a trovare il vostro stile, i vostri punti di forza e la vostra personalità. E a tirarli fuori al loro meglio. Come? Prima di tutto con un overview.
Seduti di fronte a uno specchio, con indosso un bianchissimo camice, scoprirete se siete dei tipi freddi o caldi, primavera o estate. In altre parole, scoprirete quali sono i colori che vi illuminano e quali quelli che, al contrario, vi sbattono terribilmente.
Io, che da mesi mi impiastrucco la testa nel tentativo di diventare rossa come Jessic Rabbit, ho scoperto che il rame rende la mia faccia giallognola e che dovrei puntare invece a un bel castano con riflessi cenere. Shock!
Secondo shock: l’adorata frangetta infagotta il mio viso, regalandomi l’aspetto di una bambina insicura. L’ha detto Giovanna e io mi sono sentita come un criminale colto in fallo. L’ho sempre spacciata come un vezzo, un tocco di stile. Sotto sotto però, la frangia è uno scudo. Un mezzo per non mostrare del tutto il mio viso agli altri. E Giovanna l’ha capito, nel giro di un nanosecondo.
Appena uscita da lì, ho tirato via i capelli dal viso. Senza paura, rassicurata dall’autorevole voce di una stylist secondo cui così sto molto meglio.
Visto? Non c’è nulla di superciale in un restyling. Magari non ce ne accorgiamo nemmeno o, piuttosto, preferiamo fingere di non sapere. Ma dietro ogni nostra scelta estetica si nasconde un preciso bisogno interiore. Di piacere, stupire o scomparire.
Il passo successivo è l’analisi della figura. Giovanna studia la forma del vostro corpo col fine di trovare le linee in grado di valorizzarlo. Non temete, i difetti non avranno importanza. Il punto non è nascondere la pancetta o camuffare i polpaccioni. Il punto è trovare un vestito che vi faccia dimenticare di averlo quel rotolino.
Lo capisco, una cosa del genere può far paura. L’idea di aver qualcuno che, con occhio critico, scrutasse le mie curve ha fatto venire la tremarella anche a me. Giusto qualche secondo, però, ed è passata. È passata perché di tremare non ne avevo più il tempo, ero troppo impegnata a rendermi conto che, anche stavolta, non ci avevo proprio capito nulla.
Sono entrata in quello studio con due o tre complessi decennali ben scolpiti nel mio cervello. Giovanna li ha presi e li ha infranti. Quei complessi esistevano solo nella mia testa, ai suoi occhi esperti non si sono palesati. Ed ecco il terzo shock.
Ho passato tutta la vita a provare a camuffare ciò che secondo me non andava, così concentrata su quel singolo presunto difetto da perdere di vista tutto il resto. Solo questo vale il prezzo del biglietto: un punto di vista esterno, imparziale e disinteressato che ridimensiona i castelli di insicurezze e autoaccuse.
Così ho smesso di piangere per le mie gambe non poi così corte e ho iniziato a riservare qualche attenzione anche alle mie grandi spalle, bisognose di essere scomposte e valorizzate.
A questo punto abbiamo i colori e le linee. Il passo successivo è l’ispezione dell’armadio, per controllare se tra i suoi abitanti ci siano vestiti che quei colori e quelle linee le rispettano. Per trovare il coraggio di buttare quel che non serve più, di riportare alla luce il dimenticato e abbinare il tutto nel modo giusto.
Il tirar fuori gli scheletri dai guardaroba altrui è la parte del proprio lavoro che Giovanna preferisce. “Il mio ruolo è quello di guidare chi naviga a vista. Una sorta di bussola, una magica però, che non ti porta semplicemente al nord ma ti conduce esattamente nel luogo in cui hai bisogno di andare”.
Entrare nelle case dei propri clienti a Giovanna piace perché le permette di conoscerli davvero. Così per come sono e non per come sono soliti descriversi.
Perché è questo l’obiettivo finale, no? Almeno, lo è stato per me. Ciò che mi è piaciuta di tutta quest’esperienza è la sincerità che l’ha permeata. Sono arrivata con un’immagine di me stessa ben precisa ma poco aderente alla realtà. E credo sia un errore piuttosto comune.
Abbiamo un po’ tutti un ideale cui tendiamo, in modo irrealistico, a volte persino masochista. Ci convinciamo che è in quel certo modo che dobbiamo apparire, quella l’immagine che dobbiamo trasmettere e ci dimentichiamo di come siamo davvero.
Giovanna, con dolcezza ed empatia, riesce a riportare per terra i piedi delle persone che si rivolgono a lei. Tu sei così, accettalo. Tu sei così e, anche se non è ciò che immaginavi, non c’è niente di sbagliato. Tu sei così, accogliti e prenditi cura di te.
Prenditi cura del look, del make-up e delle scarpe che indossi. Fallo perché in questo non c’è niente di superficiale. Perché il tuo aspetto non è altro che lo specchio di ciò che hai dentro. Perché se sei a posto fuori è più facile sentirsi bene anche dentro. È più facile tirar fuori l’interno del pacchetto se siamo a nostro agio con la confenzione.
Ecco ciò che ho imparato durante quel pomeriggio nello studio di Giovanna Vitacca. Ed ecco perché ho iniziato a pensare che tutti dovrebbero avere una Giovanna nella propria vita.
E, in effetti, tutti possono avere una Giovanna. Non solo vip o modelli, infatti, tra i suoi clienti. Sono le mamme alle prese con il loro nuovo corpo, le giovani donne che non hanno ancora trovato il proprio stile, chi è stata appena mollata e vuole la rivincita o chi, semplicemente, sente il bisogno di riscoprirsi.
Giovanna accetta tutti, persino i maschietti!