La regione che ospita il maggior numero di siti Unesco in Italia?
Semplice: la Lombardia. Sono infatti 9 (+1) i patrimoni dell’umanità che è possibile visitare in un viaggio che va da Milano a Mantova, dalla Valtellina alla Valcamonica e le pre-Alpi.
In provincia di Bergamo è stato valorizzato l’insediamento industriale di Crespi D’adda, villaggio operaio fatto costruire dai proprietari del cotonificio per garantire i migliori servizi a tutti i dipendenti. È diventato uno tra i Siti Unesco in Lombardia a partire dal 1995 e costituisce la realizzazione pratica di un villaggio del lavoro ideale, dove il Padrone non è solo datore di lavoro per gli operari, ma anche Padre e, come tale, si occupa di tutti i bisogni dei suoi figli. Egli infatti mette a disposizione dei lavoratori e dei loro congiunti, non solo una casa con orto, ma anche un ospedale, una chiesa, e una scuola con libri e insegnanti pagati dalla fabbrica. Ad oggi Crespi d’Adda è ancora abitato principalmente dai discendenti delle famiglie operaie ed è una tappa piacevole da inserire in un percorso lungo il fiume Adda
Un patrimonio condiviso da due regioni chiamato “Sacri Monti”: Piemonte e Lombardia custodiscono percorsi che mescolano magistralmente storia, arte e territorio. La Lombardia, terra ricca di itinerari per il turismo religioso, ne accoglie due, che nel 2003 sono diventati Siti Unesco. Si tratta di gruppi di cappelle erette tra il XVI e il XVII secolo che guidano il fedele lungo un cammino reale e simbolico, immerse in un paesaggio che concilia la meditazione: il Sacro Monte di Varese e il complesso devozionale di Ossuccio. Ogni percorso è idealmente suddiviso in 15 tappe, ognuna dedicata ad esplorare diversi aspetti della fede cristiana. il primo nasce in città, nel rione di Sant’Ambrogio, e sale poi per due chilometri in una splendida posizione panoramica che permette di ammirare la pianura e i laghi prealpini. Il secondo, invece, situato su un pendio che domina il paese, con la vista che spazia sul Lago di Como e sull’Isola Comacina.
L’arte del saper fare liutario conquista, nel 2012, la meritata attenzione dedicata ai patrimoni custoditi dai siti Unesco. La professione liutaria iniziò a svilupparsi a Cremona nel XVI secolo. Intere famiglie erano coinvolte nel lavoro di bottega, producendo pezzi raffinati e unici; tra questi Antonio Stradivari, nella cui casa è stata allestita un’esposizione dei suoi attrezzi e disegni originali. Tuttora sono attive 150 botteghe liutarie che, tutti i giorni, rinnovano la tradizione dei grandi maestri del passato e per gli appassionati. Se gli strumenti ad arco vi appassionano, non potete perdervi il Museo del Violino: cinque secoli di esperienza vengono rappresentati conducendo il visitatore fino all’epoca contemporanea.
Nella lista del patrimonio dell’umanità Unesco è stata inserita una serie di 111 siti palafitticoli. Arco Alpino, cuore d’Europa, custodisce un gruppo di siti palafitticoli preistorici unici e ben conservati, fonte importantissima di informazioni riguardo i primi villaggi stanziali di questo territorio. Ben 19 siti si trovano in Italia, di cui 10 solo in Lombardia, che vanta la costruzione più antica sinora conosciuta. Si trova sul Lago di Varese, nell’Isola di Virginia, e risale all’inizio del Neolitico. Sull’isolotto si può visitare il museo e passeggiare tra gli scavi del parco: un percorso didattico a cielo aperto che guida i visitatori all’esterno, mentre alcune sezioni di scavo permettono al pubblico di conoscere alcuni aspetti di un abitato del V millennio a. C.
“Longobardi in Italia: luoghi del potere” è il titolo che riassume ben sette località che simboleggiano l’importanza dei Longobardi in Italia. Dal 25 giugno del 2011 fanno, tutti assieme, parte della lista di Siti UNESCO, poiché ritenuti luoghi densi di testimonianze architettoniche, pittoriche e scultoree delle maestrie longobarde. In Lombardia si annoverano ben due di queste aree monumentali. A Brescia troviamo il monastero di Santa Giulia con la basilica di San Salvatore e l’area archeologica del foro romano. Era un luogo di ritiro spirituale femminile e la prima badessa fu Anselperga, figlia dello stesso sovrano Desiderio. Il complesso, include anche la cappella, preziosa testimonianza di architettura religiosa medievale, dove si possono ammirare alcuni affreschi risalenti all’epoca carolingia. In provincia di Varese abbiamo il Castrum di Castelseprio con il convento di Torba, la chiesa di S. Maria Foris Portas e i ruderi del santuario di Giovanni Evangelista.
Il Parco Nazionale delle incisioni rupestri è stato il primo Patrimonio dell’Umanità riconosciuto in Italia. Quest’area protetta si trova in Provincia di Brescia e gli strordinari ritrovamenti le hanno valso nel 1958 il titolo di Parco Nazionale. I primi petroglifici riconosciuti dall’Unesco nel 1979 sono stati oltre 140mila. Ma da allora se ne sono aggiunti moltissimi altri, in località sparse su 24 comuni. In uno splendido ambiente boschivo ogni Comune propone dei percorsi di visita che si snodano nelle diverse aree. Nel centro di Capo di Ponte, l’antico edificio di Villa Agostani, ospita il Muse della Preistoria, dove sono raccolti tutti i reperti rinvenuti in decenni di esplorazioni nella zona.
Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane
Via Naquane
25044 Capo di Ponte (BS)
Tel. +39 0364 42140
Fax +39 0364 426634
E-mail: parcoincisionirupestri.
Martedì – Domenica: 8.30-13.30
Intero: 6€
Ridotto: 3€
Ingresso gratuito per gli Under 18
Di tutt’altro genere è il bene tutelato in Valtellina e condiviso con la Svizzera: la ferrovia Retica, rete a scartamento ridotto che permette di viaggiare comodamente in montagna raggiungendo un’altitudine di 2253 metri.
Il Trenino Rosso del Bernina è, infatti, una tratta ferroviaria di 122 km tra Italia e Svizzera.
che si snoda lungo un tracciato spettacolare e per questo, nel 2008 il trenino del Bernina è stato inserito tra i Siti Unesco. Sul versante italiano la partenza è a Tirano; per 61 km i vagoni si inerpicano lungo le pendici dei monti fino a giungere sul punto più alto, alla stazione Ospizio Bernina. Da li inizia la discesa verso St. Moritz. Con un unico biglietto, che è valido per 10 giorni, potrete disegnare l’itinerario che fa per voi. Chi vuole può percorrerla tutta d’un fiato in circa due ore e mezza. Qualche vagone è dotato di tetto vetrato panoramico e d’estate sono previste anche alcune carrozze cabrio. Costruita ad inizio Novecento, è la classica ferrovia di montagna per i treni a vapore, e vi lascerà a bocca aperta per come riesce ad integrare gallerie e ponti nel paesaggio montano: i più spettacolari sono il viadotto Landwasser e un tunnel elicoidale.
Valtellina Turismo
Web: www.valtellina.it
Email: info@valtellina.it
Ferrovia Retica
Email: www.rhb.ch
Pacchetti turistici
Web: www.trenino-rosso-
Intitolato Ultima Cena, il capolavoro di Leonardo Da Vinci, viene inserito nel 1980 tra i Siti UNESCO, patrimonio dell’umanità assieme alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie, che la custodisce e l’adiacente convento. Si tratta di uno dei massimi capolavori conservati in Italia, è stato creato in un arco temporale che va dal 1495 al 1498 con tempera su intonaco, in una parete del refettorio dove i frati si riunivano per consumare i pasti quotidiani.
Refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie
P.zza Santa Maria delle Grazie, 2
20123 Milano
Tel. +39 02 92800360
Web: www.vivaticket.it
Da martedì a domenica: 08:15-19:00
Intero: € 6,50 + 1,50 per diritto di prenotazione
Ridotto: € 3,25 + 1,50 per diritto di prenotazione
Le città di Mantova e Sabbioneta sono profondamente legate tra loro. Il 7 luglio 2008 le città di Mantova e Sabbioneta vengono inserite nei Siti Unesco e, sebbene siano due nuclei distinti, la storia le lega facendole diventare un unico Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Sabbioneta è un modello raro di insediamento di nuova fondazione in cui tutto, a partire dalle mura difensive, le strade disposte a scacchiera, fino alla posizione strategica degli spazi pubblici, ci permette di toccare con mano cosa si intendeva con Città Ideale. Mantova è invece esempio di una corretta evoluzione di una città esistente. Nonostante le origini etrusco-romane e le modifiche medievali, il tessuto urbano è stato modificato per aderire il più possibile agli ideali rinascimentali merito delle iniziative della famiglia Gonzaga.
In realtà c’è un sito Unesco un po’ jolly situato tra la provincia di Varese ed il Canton Ticino: il Monte San Giorgio si trova a cavallo tra l’Italia e la Svizzera. Il versante italiano di Monte San Giorgio è stato inserito tra i Siti Unesco nel 2010, mentre quello svizzero lo era già dal 2003. Questo rilievo è situato tra la provincia di Varese ed il Canton Ticino, circondato dai due rami meridionali del Lago di Lugano e raggiunge la massima altitudine in territorio elvetico, a quota 1097 metri. In primi scavi risalgono a metà Ottocento da parte di paleontologi sia svizzeri che italiani. Furono portati alla luce fossili risalenti ad olte 200milioni di anni fa in uno stato di conservazione eccezionale. A Monte San Giorgio si possono esaminare ben 5 livelli e quindi è possibile studiare come le forme di vita dello stesso ambiente si sono evolute nell’arco di più ere. Una caratteristica che lo rende unico al mondo.
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