Secondo alcuni testi latini, il primo imperatore morì “apud Nolam”: di qui l’ipotesi degli archeologi che scavano da 14 anni l’edificio ai piedi del Vesuvio
Colonne di marmo nero provenienti dall’Africa, un affresco policromo che riproduce divinità marine, il pavimento a mosaico con delfini che saltano tra le onde. Stiamo parlando della grande Villa romana di Starza della Regina, vicino a Somma Vesuviana (Napoli) che potrebbe essere stata l’ultima dimora dell’imperatore Ottaviano Augusto. Le strutture finora riportate in luce fanno parte di un ampio edificio romano, costruito nella prima età imperiale che continua a vivere fino al V secolo d.C., cambiando nel tempo carattere e funzione, fino alla eruzione vesuviana del 472 d.C., che lo seppellì per oltre la metà della sua altezza. La prima scoperta avvenne in epoca fascista, intorno agli anni 30 e in modo totalmente casuale con il ritrovamento di strutture murarie durante i lavori agricoli. Lo scavo riportò alla luce una piccola parte delle strutture murarie e “colonne e capitelli di marmo, pavimenti in mosaico, bellissimi frammenti statuari di un personaggio in abito eroico, stucchi policromi” tanto da far pensare che si trattasse della residenza dove morì l’imperatore Ottaviano Augusto.
All’epoca però a causa della mancanza di fondi per la prosecuzione dello scavo, non fu possibile andare avanti. Circa 70 anni dopo, grazie ad un progetto di ricerca multidisciplinare dell’Imperial University di Tokyo, gli scavi sono ricominciati nel 2002 sotto la direzione del Prof. Masanori Aoyagi su progetto del Prof. Antonio De Simone dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli insieme al funzionario della Soprintendenza archeologica della Campania Mario Cesarano.
L’ultima scoperta è quella di una enorme cisterna, di 30 metri per 10. Il prossimo ciclo di scavi, che comincerà a giugno, potrebbe arricchire di nuovi elementi la tesi che la Villa di Somma Vesuviana sia davvero la Villa “apud Nolam” (presso Nola) dove, secondo Tacito, Ottaviano Augusto visse i suoi ultimi giorni.
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