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Le Emoji esposte al MoMA: e l’arte diventa di tutti

«Ho progettato le emoji muovendo dalla mia esperienza personale. Quando utilizzavo gli sms, per me era difficile dire il senso profondo dei messaggi inviati ai miei interlocutori». Shigetaka Kurita, informatico giapponese, 44 anni, tra il 1998 e il 1999 ha inventato le celebri figure stilizzate che oggi dominano internet e la comunicazione globale. Molte delle emoji originali traggono ispirazione dai manga, le storie a fumetti giapponese. Ma non erano create per facilitare la connessione fra le persone. L’obiettivo era infatti quello di consentire alle aziende di raggiungere i potenziali clienti. Venti anni dopo il MoMA di New York ha acquistato la raccolta delle prime 176 emoji mai create per inserirla nella sua collezione permanente e le “esporrà” a partire dal mese di dicembre, nella lobby su un display che incorpora grafiche 2-D e animazione. Da semplici “portatori di senso” sono diventati un fenomeno sociale che ormai ha coinvolto tutti gli aspetti del vivere e del comunicare diventando oggi patrimonio davvero comune, poiché tutti i cellulari del mondo saranno in possesso di un pezzettino di arte moderna.

Close-up of a hands of a woman using emojis to chat. All screen graphics are made up. Credits: Adobe Stock #119520529
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