Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese io canto […]
Dirò d’Orlando in un medesmo tratto
cosa non detta in prosa mai, né in rima:
che per amor venne in furore e matto,
d’uom che sì saggio era stimato prima[…]
Cosa vedeva Ludovico Ariosto quando chiudeva gli occhi? Quali immagini affollavano la sua mente mentre componeva l’Orlando Furioso, poema che ha segnato il Rinascimento italiano? Quali opere d’arte alimentarono il suo immaginario? Galileo Galilei disse «Quando entro nel Furioso, veggo aprirsi una tribuna, una galleria regia, ornata di cento statue antiche de’ più celebri scultori […], di cristalli, d’agate, di lapislazzuli e d’altre gioie, e finalmente ripiena di cose rare, preziose, meravigliose». A queste domande vuole dare una risposta la mostra organizzata a Palazzo Diamanti di Ferrara fino all’8 8 gennaio 2017 per celebrare i cinquecento anni della prima edizione dell’Orlando furioso. “Orlando furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi” è una straordinaria narrazione per immagini che conduce il visitatore in un viaggio appassionante nell’universo ariostesco, tra battaglie e tornei, cavalieri e amori, desideri e incantesimi.
Da Mantegna a Leonardo, da Raffaello a Botticelli e Tiziano, i capolavori dei più grandi artisti del periodo insieme a sculture antiche e rinascimentali, incisioni, arazzi, armi, libri e manufatti di straordinaria bellezza e preziosità, faranno rivivere il fantastico mondo cavalleresco del Furioso e dei suoi paladini, offrendo anche un suggestivo spaccato della Ferrara in cui fu concepito il libro e raccontando sogni, desideri e fantasie di quella società delle corti italiane del Rinascimento di cui Ariosto fu cantore sensibilissimo. Grazie al sostegno dei maggiori musei del mondo, le opere conosciute o ammirate dal poeta, sono riunite a Ferrara per dare vita ad un appuntamento espositivo irripetibile: dall’olifante dell’XI secolo, che la leggenda vuole sia il corno che Orlando fece risuonare a Roncisvalle, alla straordinaria scena di battaglia di Leonardo da Vinci concessa in prestito dalla regina Elisabetta II; dalla preziosa terracotta invetriata dei Della Robbia raffigurante l’eroico condottiero Scipione dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, al romantico, trasognato “Gattamelata” di Giorgione dagli Uffizi, celebre comandante di ventura ritratto nella sua luccicante armatura moderna; dal raffinato dipinto “La liberazione di Andromeda” di Piero di Cosimo sempre degli Uffizi, fonte dell’episodio di Ruggiero che salva Angelica dalle spire del drago, all’immaginifica e monumentale visione di “Minerva che scaccia i Vizi dal giardino delle Virtù” di Mantegna del Louvre, che Ariosto vide nel camerino d’Isabella d’Este, le cui figure fantastiche ricompaiono nel corteo di mostruose creature incontrato da Ruggiero nel regno di Alcina e il “Baccanale degli Andrii” di Tiziano, uno dei capolavori del Camerino delle pitture di Alfonso d’Este che, grazie ad un prestito eccezionale concesso dal Museo del Prado, torna in Italia dopo quasi cinquecento anni dalla sua creazione.
Info:
Palazzo dei Diamanti
Corso Ercole I d’Este, 21 – 44121 Ferrara
Orari di apertura
Tutti i giorni 9.00 – 19.00
Informazioni e Prenotazioni Mostre e Musei
tel. 0532 244949
diamanti@comune.fe.it
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