Credere in un luogo di culto e di aggregazione dove esiste solo la natura con la sua forza e i suoi silenzi, contemplare il cielo e pregare ognuno a proprio modo, o semplicemente fluire i pensieri, essere dentro l’opera. Questa l’idea che sta dietro al progetto della Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri, artista del movimento europeo Art in Nature scomparso nel 2009.
Dopo la cattedrale costruita nel 2001 ad Arte Sella (Borgo Valsugana, Trento) e quella realizzata nel Parco delle Orobie (Bergamo), ecco che l’ultima delle cattedrali, postuma, è stata innalzata a Lodi, nella città natale dell’artista. Un luogo “di grande fatica, ma anche di grande felicità”: così l’ha definita lo stesso Giuliano Mauri e così l’hanno vissuta anche coloro che si sono presi carico della sua ultima volontà artistica dopo la prematura scomparsa, in particolare i suoi figli e la nipote, Francesca Regorda, curatrice dell’intero progetto di Lodi.
L’installazione sorge sulla Riva Sinistra del Fiume Adda, nell’Area Ex Sicc, appositamente bonificata, per accogliere la struttura che occupa un’area di 1.618 mq, alta 18 m, lunga 72 m e larga 22,48. 108 colonne di legno dividono le cinque navate che ospiteranno le altrettante querce che costituiranno la Cattedrale Vegetale, guidandone la crescita.
Conclusi il 20 ottobre i lavori della struttura lignea, portati a compimento dalla Associazione Giuliano Mauri, il 12 novembre scorso gli sponsor e l’amministrazione comunale hanno dato vita alla Cattedrale, piantando le 108 querce che andranno a realizzare un ambiente pervaso da una spiritualità altra, naturale. Le opere di Mauri, costituite solo da materiale naturale, vivono nel vero senso del termine, seguendo il naturale ciclo di vita, senza modificare il paesaggio in modo invasivo, ma entrando in un intimo rapporto con esso; il suo lavoro, attento a lasciare i segni minimi, essenziali, lievi, nella prospettiva di una sorta di continuità, o di reciproco completamento, tra arte e natura che non è definibile come Land Art.
“La Cattedrale rappresenta un’idea di magnificenza, un ordine e una sacralità del luogo, ho sempre voluto dare corpo a questa fratellanza che esiste tra il luogo e la sacralità della terra e di questi elementi che si innalzano che sono gli alberi. In questo c’è dentro tutta la filosofia del mio lavoro. Il luogo non mi dimentica e questo mi fa felice, mi piace pensare che la gente attraverserà questo luogo pensando al perché è stata costruita, al perché si è fatta, una domanda che la gente si farà da sé, rendendosi conto che l’opera vale il posto“, affermava Mauri, in quello che è comunemente considerato il suo testamento artistico.
L’inaugurazione dell’intera opera è prevista per marzo 2017, dopo la realizzazione dell’impianto illuminotecnico che permetterà la fruizione dell’opera, anche dopo il tramonto.
Le fasi di realizzazione dell’opera si possono seguire sulla pagina Facebook giulianomauricattedralelodi
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