Arte e Mostre

Il nuovo Centro Pecci guarda al futuro

La sfida si rinnova: ha appena riaperto il nuovo Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato
7815 metri quadrati di ampliamento per un totale di 12,125 di superficie, di cui 3110 mq di aeree espositive oltre alla risistemazione degli spazi esterni; la ristrutturazione del vecchio edificio; un teatro auditorium all’aperto da 140 posti; una biblioteca specializzata con oltre 50,000 volumi; 3 dipartimenti scientifici e una collezione di 1145 opere appartenenti a 190 artisti italiani e 117 stranieri; due fondi e una mostra inaugurale.
Questi i numeri del nuovo Centro Pecci di Prato che ha appena riaperto i battenti dopo 6 anni di chiusura e 3 di chiusura per i lavori di ampliamento diretti dall’architetto olandese Maurice Nio, che ha fatto letteralmente atterrare una avveniristica navicella spaziale su Prato, legata al volume originario del Centro ad opera di Italo Gamberini.
“Sensing the waves”, Nuova ala progettata da Maurice Nio. Foto: Mario Gianni
“Sensing the waves”, Nuova ala progettata da Maurice Nio. Foto: Lineashow
Interno della nuova ala progettata da Maurice Nio, piano terra. Foto: Lineashow
Scala della nuova ala progettata da Maurice Nio, primo piano. Foto: Lineashow
Spazio espositivo della nuova ala progetta da Maurice Nio, primo piano. Foto: Lineashow

Oltre a un centro storico molto bello, a un Duomo che conserva affreschi di Filippo Lippi, a un Palazzo Pretorio spesso e volentieri sede di eventi culturali, Prato torna a vantare il primato di luogo di sperimentazione nazionale e internazionale nel campo dell’arte contemporanea. Unico museo pubblico in Italia ad aprire nel decennio 2010-2020, il nuovo Cenrto Pecci è parte di un network internazionale di riaperture che include istituzioni culturali di livello internazionale, come la nuova ala del Tate Modern di Londra di Herzog & de Meuron o la nuova sede del Whitney Museum disegnata da Renzo Piano. Una sfida davvero ambiziosa perché con la riapertura del Centro Pecci, nasce una casa dell’arte a 360° con eventi costanti e coinvolgenti come la mostra inaugurale “La fine del Mondo” (fino al 19 marzo 2017) a cura dal direttore Fabio Cavallucci. Le opere di oltre 50 artiste e artisti internazionali abitano una superficie di oltre 3000 mq, tentando una connessione tra tutti i linguaggio contemporanei.
Se il titolo della mostra può trarre in inganno, il vero significato nasce dalla considerazione che ormai tutto ciò che abbiamo conosciuto finora è diventato obsoleto e che la realtà che noi abbiamo di fronte non è più in grado di comprendere il presente.

Thomas Hirschhorn - Break-through (one) - 2013 - white polystyrene, tape, cardboard, wood, paint - variable dimensions, photo: Luciano Romano, courtesy of Galleria Alfonso Artiaco
Aristide Antonas - Landscape with Crane Rooms and Keg Apartments, (Ubin Quarry in Singapore), courtesy of Aristide Antonas
Riccardo Arena - Vavilon | Solovki Islands, Project C - Riccardo Arena, 2013 – 2016, courtesy of Riccardo Arena
Fayçal Baghriche - Half of what you see, mixed media, variable dimensions, 2010, courtesy of Fayçal Baghriche
Umberto Boccioni - Forme uniche nella continuità dello Spazio, bronzo, cm.120, 1913, courtesy of Roberto Bilotti
Ali Cherri - Paysages tremblants (Beirut), 2014,(not framed), Lithographic Print and Archival Ink Stamp – 4 frames of 70 x 100 cm, Edition of 7 + 2 AP, courtesy of the artist and Galerie Imane Farèsmore
Thomas Hirschhorn - Break-through (two) - yellow foam, tape, cardboard, wood, paint - variable dimensions, Luciano Romano, courtesy of Galleria Alfonso Artiaco
Robert Kuśmirowski - STRONGHOLD, 2013, wood, glue, pigments, paint, carton, rubber, plastic, glass, metal, curtains, paper, books, Lyon Biennale, dep. in MAC LYON, 800cm x 2400cm x 2200cm
Largo dunque al tentativo di “fare esercizio sulla distanza” e guardare il nostro presente da lontano, raccontare il mondo di oggi, del suo stato di incertezza e della difficoltà di capire i grandi cambiamenti in corso. L’avvio del percorso espositivo all’interno della location “spaziale” di Maurice Nio è affidato a Break Through dell’artista svizzero Thomas Hirschhorn e al suo sfondamento del soffitto con una serie di detriti che si rincorrono verso il suolo, ma l’allestimento comprende nomi provenienti da discipline come la musica (la cantante Bjork o il musicista elettronico Joakim), l’architettura (Didier Fiuza Faustino), il teatro (Pippo Delbono). E ancora, il nativo americano Jimmie Durham, il cubano Carlos Garaicoa, i cinesi Qiu Zhije e Cai Guo-Qiang, il brasiliano Henrique Oliveira, senza dimenticare icone della storia dell’arte come Marcel Duchamp, Pablo Picasso e Umberto Boccioni e giovani talenti provenienti dall’Europa dell’Est, dal Nord Africa, dal Medio Oriente in una passeggiata che riesce a coniugare passato e futuro, conflitti e passioni.
Museo Fiorentino di Preistoria - Amigdala, Museo Fiorentino di Preistoria, courtesy of Paolo Graziosi
NASA - Beams of Light on a Golden Lake, image taken by the Expedition 47 crew on May 31, 2016, from the International Space Station looks from northwestern China on the bottom into eastern Kazakhstan courtesy of NASAmore
Henrique Oliveira - Transarquitetonica | 2014 | Museu de Arte Contemporânea, São Paulo – Brazil wood, bricks, mud, bamboo, PVC, plywood, tree brunches and other materials | 5 x 18 x 73 m, photo: Everton Ballardinmore
Henrique Oliveira - Transarquitetonica (inside) | 2014 | Museu de Arte Contemporânea, São Paulo – Brazil wood, bricks, mud, bamboo, PVC, plywood, tree brunches and other materials | 5 x 18 x 73 m, photo: Everton Ballardinmore
Ekaterina Vasilyeva and Hanna Zubkova - Axe de revolution, Pavlov Projet Moscow 1, courtesy of Ekaterina Vasilyeva
Qui Zhijie - Installation view of The Map of the Third World, photo: Ksenia Kolesnikova
Qui Zhijie - Map of Mythological Creatures, 2013, inchiostro su carta 7 pezzi, 120 x 240 cm, courtesy of GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana

 

INFO
Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci
Viale della Repubblica, 277, 59100 Prato PO, Italia

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