La bella notizia è che non era una bufala come si pensava qualche tempo fa: da oggi fino al 4 settembre a Roma, a Palazzo Cipolla, apre la mostra dedicata a Banksy, il famosissimo street artist britannico di cui non si conosce l’identità.
L’esposizione dal titolo “War, Capitalism & Liberty”, trascina lo spettatore in quell’universo “Banksy” fatto di provocazione, ironia e ipocrisia, un punto di vista privilegiato sul rapporto dell’anonimo artista con i temi della guerra, del capitalismo e della libertà.
Curata dalla Fondazione “Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo” è composta da circa 150 opere, dipinti, stampe, sculture e oggetti, che arrivano da collezioni private. Nessuna delle opere esposte è stata direttamente fornita da Banksy, che è notoriamente contrario a mostre come questa: gli organizzatori hanno spiegato che Banksy «non è associato né coinvolto in questa esposizione museale», nessuna delle opere è stata presa dai muri. Sorpresa assoluta inoltre, per la prima volta è esposto un “autoritratto di Banksy”, o meglio, dei suoi occhiali…
“Mi piace pensare di avere il coraggio di far sentire la mia voce in forma anonima ed esigere quelle cose in cui nessuno crede, come la pace, la giustizia e la libertà”, questa è una delle tante citazioni di Banksy tratte dal suo libro “Wall and Piece” che si trovano a caratteri cubitali sui muri di Palazzo Cipolla. “Quando si parla di Banksy emerge l’ossessione sulla sua identità”, spiega Stefano Antonelli, curatore insieme a Francesca Mezzano e l’inglese Acoris Andipa. “Ci sembra distonico che una persona goda dello status di celebrità e allo stesso tempo resti nell’anonimato – continua Antonelli – Chi è Banksy? Sarà un supermilionario, vivrà nella povertà? Nessuno può rispondere a queste domande, ma allo stesso tempo l’anonimato accresce la curiosità. E lascia che siano solo le sue opere a parlare”.
Opere capaci di catturare ogni tipo di spettatore, tanto che, nelle grandi sale di Palazzo Cipolla non ci sono testi o spiegazioni a corollario del percorso, perché non ce n’è bisogno, tra le opere i suoi famosi ratti, le sue scimmie che dichiarano “one day we will be in charge” (un giorno saremo noi a comandare), la celebre bambina con il palloncino o il “flower thrower” e elefanti che trasportano bombe. Ma anche una cinquantina di copertine di dischi, molti dei Blur, opere su objets trouves e alcuni grandi pannelli dipinti ad acrilico.
La mostra avrà anche una forte valenza didattica, infatti ogni settimana una scuola sarà ospite del museo per creare dei momenti di riflessione per i giovani, ribaltare il concetto di spazio culturale, che per i più piccoli normalmente è solo marginale, al suo interno anche un grande stand pieno di barattoli di caramelle che saranno a disposizione dei piccoli ospiti.
“I concetti espressi da Banksy nelle sue opere sono gli stessi per un quindicenne e per un cinquantenne? Noi crediamo di no – dice Antonelli – abbiamo fatto delle prove, e ci siamo resi conto che per la maggior parte dei ragazzi la guerra è uno spettacolo televisivo, la libertà uno slogan e il capitalismo la possibilità di essere ricchi. Ci auguriamo che la mostra sia un’occasione per mostrare un’alternativa alla monocultura televisiva”.
Alla fine del percorso un muro nero, una grande lavagna invita i visitatori a lasciare un pensiero sul tema “If I were Banksy”, se io fossi Banksy…
Molti commenti sono già apparsi, molte riflessioni sono già state fatte e alcuni scrivono ironicamente “Io sono Banksy”… e se fosse vero… forse un po’ tutti potremmo essere Banksy…
INFO:
Palazzo Cipolla
via del Corso 320
Roma
Tel.06 2276 1260
La mostra è visitabile da martedì a domenica, dalle 11 alle 20 (ad agosto sarà invece visitabile dalle 16 alle 21).
Ci saranno aperture straordinarie il 2 giugno, il 29 giugno e il 15 agosto.
Il biglietto intero costa 12 euro ed e possibile prenotare visite guidate.
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