Oggi usciamo da Milano e ci spostiamo verso Torino alla scoperta di uno dei luogo più strani e suggestivi al mondo, i Templi dell’Umanità Damanhur.
In un piccolo centro della Valchiusella, in Piemonte, a circa 50 km da Torino, si nasconde la più grande cattedrale ipogea del mondo, certificata dal Guinnes dei Primati grazie ai suoi 850.000 m³ dislocati su cinque livelli che raggiungono la profondità di 72 metri e dichiarata opera d’arte dalla Sovraintendenza delle Belle Arti.
All’interno il tempio è suddiviso in sette sale principali dai nomi mistici: la sala dell’Acqua, la sala della Terra, la sala delle Sfere, la sala degli Specchi, la sala dei Metalli, il Tempio Azzurro, il Labirinto. Tutto il complesso si snoda in centinaia di metri di corridoi, sale, nicchie, scale e passaggi segreti che lo rendono simile a una piramide egizia, un’opera sbalorditiva, non solo per la dimensione ma anche per la ricchezza di decorazioni, di mosaici, di pitture parietali, di vetrate e di sculture da renderlo una meraviglia capace di attirare centinaia di visitatori ogni anno.
Basta guardare le immagini per rendersi subito conto della spettacolarità di questi ambienti sia dal punto di vista architettonico che artistico, percorrendoli si viene trasportati, attraverso suoni, luci e profumi, in un viaggio evolutivo dell’uomo legato al ciclo di vita, morte e rinascita.
Questo gigante architettonico è gestito dalla Federazione di Damanhur, una piccola comunità autogestita che vive nella Valchiusella, nata nel 1975 su ispirazione di Oberto Airaudi, o Falco Tarassaco che, autofinanziandosi grazie a piccole attività locali, iniziò i lavori di costruzione ispirandosi a visioni mistiche avute da bambino legate a una vita passata.
Armato unicamente di vanghe e un gruppetto di fedelissimi, ha iniziato a scavare, in seguito è stato supportato da volontari provenienti da tutto il mondo che hanno contribuito a terminare l’opera, un lavoro fatto solamente a mano che ha richiesto 16 anni per essere completato.
Sono disparate le voci che circolano attorno a questa comunità etico-spirituale autogestita, da molti considerata una vera e propria setta, diverse sono per esempio, le testimonianze negative di ex adepti di Oberto, ma se sulla comunità ci sono pareri discordanti, sui Templi dell’Umanità non c’è alcun dubbio, essi rappresentano un patrimonio artistico indiscutibile. Sono aperti al pubblico ogni giorno e vengono utilizzati sia come luogo di meditazione individuale o di gruppo sia per celebrare matrimoni e altri momenti importanti della vita.
Per prenotare una visita vi lascio questo link http://www.damanhurwelcome.com/index.php/it/visite
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