Il serpente di Mosè – la Basilica di Sant’Ambrogio, ricca di splendori e curiosità

Sicuramente la basilica di Sant’Ambrogio è uno degli edifici più affascinanti di Milano, ricca di pregiate decorazioni e sculture che ne adornano l’interno, come gli innumerevoli e multiformi capitelli antropomorfi, la finezza degli smalti, gli elegantissimi profili in cotto, il suo celebre e ammiratissimo altare dorato, ne forgiano ogni singola parte, ma non è tutto, quello che spesso chi la visita non sa, è che la magnifica basilica nasconde anche dei curiosi segreti.

Qualche tempo fa vi avevo raccontato della “Colonna del diavolo” che si trova nella piazza adiacente la basilica (cliccate qui per andare all’articolo), invece oggi vi voglio svelare un altro dei suoi piccoli segreti.
Percorrendo la navata centrale, sulla sinistra accanto al terzo pilastro, troverete una colonna in porfido d’Elba con issato in cima un serpente di bronzo, se non si conosce la leggenda, difficilmente gli si presterà un’attenzione particolare, in verità, questo piccolo rettile, racconta una storia lunga più di tremila anni.

La leggenda narra che sia stato forgiato dalle mani di Mosè per difendere il suo accampamento dai serpenti del deserto. Chiunque fosse stato morso, guardando il serpente di metallo, avrebbe avuto salva la vita.
In seguito, la scultura fu portata da Costantinopoli alla Basilica di Sant’Ambrogio da Arnolfo, arcivescovo milanese, intorno all’anno mille. Alcuni storici sostengono che il serpente venne prelevato da un monumento collocato al centro dell’Ippodromo della capitale dell’impero bizantino.
Quando fu poi collocato nella basilica, i milanesi accorsero per ammirarlo e in breve divenne oggetto di culto, considerato ricco di poteri magici con proprietà taumaturgiche, chi toccava il serpente guariva da malattie intestinali; le mamme portavano i propri bambini malati all’ombra del serpente sperando nella grazia.
Questo fino al 1566, quando l’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, considerando il serpente fonte di superstizione, ne vietò il culto.
Esiste un’altra leggenda legata a questo serpente e narra che il giorno del giudizio universale il rettile prenderà vita e striscerà verso la Valle di Josafat dove le mani di Mosè lo forgiarono.

Non ci resta che aspettare… si fa per dire…

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