Una nuova esplosione “post-atmica” è la collezione P/E di Yohji Yamamoto, che come sempre propone un genere complicato, a tratti contorto e non solo in senso figurato, il risultato è decisamente bello e di forte impatto.
Yamamoto ha trovato la dimensione della sensualità senza dover sottolineare a tutti i costi la solita forma a clessidra del corpo femminile, il suo obiettivo è liberare le forme dagli schemi.
Il mondo di Yamamoto risulta grazioso e sensuale, i tagli degli abiti hanno forme comode, ma non risultano affatto innocenti, anzi rimandano una forte aggressività. Scivolano uno dopo l’altro, sulla passerella parigina, abiti in seta che accarezza gli esili copri delle modelle sulle note di un tango, mentre, lascive, le spalline cadono dalle spalle. Giacche che sembrano vestaglie con lacci da corsetto slacciate e trasparenze mai troppo accennate, giacche corte in jeans su corpi semivestiti, intrecci di tessuti e fili, cappotti asimmetrici e trasversali, gonne lunghe e morbide in contrasto con giacche cortissime e squadrate. A fare contrasto con il bianco e nero, che sono rimasti padroni della sfilata, un flash d’oro, così da tenere sempre il pubblico ipnotizzato.
Abiti asimmetrici, stratificazioni e tagli decisi, questi gli elementi che rappresentano la collezione P/E 2015 di Yamamoto per una donna che vuole essere libera dai canonici schemi del vestire.
A chiudere la sfilata, il bianco abito da sposa dalla gonna importante e ampia, con un corsetto ricoperto di fiori viola e perle, in testa un casco e alle mani candidi guanti bianchi. L’immagine che rimanda non è esattamente di “libertà sessuale” come tutta la collezione invece racconta, sarà mica che Yohji volesse lanciare un messaggio preciso verso il matrimonio?
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