Storia e Curiosità

Cripte inesplorate e segreti nascosti, storie di una Milano da scoprire

Vi svelo un luogo davvero curioso e segreto della città di Milano, una storia non molto pubblicizzate, ma che rappresenta un vero tesoro nascosto della nostra città.
Avete presente Piazza Missori?

Dall’estesrno si vedono solo pochi resti di mura che molto spesso si oltrepassiano senza prestare loro troppa attenzione. In realtà quei resti appartengono all’antica Basilica di San Giovanni in Conca, fondata in epoca paleocristiana in un quartiere residenziale romano. Una vera testimonianze della storia e dell’arte milanese.

Milano, piazza Missori, all’epoca piazza San Giovanni in Conca, con la basilica di San Giovanni in Conca prima degli sventramenti avvenuti tra il 1948 e il 1952

L’antica basilica misurava 53×7 metri con pianta ad ala unica e abside semicircolare, nell’XI secolo venne riedificata con le stesse proporzioni, poi di nuovo ricostruita con l’aggiunta di un campanile di 24 metri dopo le distruzioni del Barbarossa nel 1162. La chiesa, con la sua imponenza e eleganza, piacque cosi tanto ai Visconti che nel XIV secolo diventò la loro cappella gentilizia. Nel 1531 Francesco II Sforza donò la basilica all’ordine dei carmelitani, che vi costruirono a fianco un monastero.
Nel 1872 fu sconsacrata per ordine dell’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe e in seguito definitivamente chiusa dai francesi e trasformata in un magazzino della Ferreria Vobarno / A. Migliavacca e C.

Nel 1877 il Comune decise di aprire la nuova via Alberico Albricci, divenuta poi via Mazzini, proprio dove sorgeva la chiesa che quindi fu sottoposta a importanti mutilazioni: fu abbattuto il campanile, che era tra l’altro uno dei più alti della città, il corpo della chiesa fu eliminato per quasi tutta la sua lunghezza e la facciata gotica fu praticamente “attaccata” all’abside.

Dopodiché nel 1949 per esigenze imprescindibili del comune si decise di abbatterla definitivamente e venne realizzato l’asse viario di via Albricci-piazza Missori. La facciata venne recuperata dai Valdesi, che la acquistarono e la applicarono alla loro nuova chiesa di via Francesco Sforza.

Insomma, ne ha passate davvero di tutti i colori la povera Basilica di San Giovanni in Conca. Ormai della sua versione originale rimangono solo i pochi resti che forse adesso guarderemo con po’ più curiosità e reverenza.

Ma quello che nessuno ci ha mai detto, è che non sono solo quei quattro mattoni a essere rimasti a testimonianza di una storia che fu. Sotto a essi si trova la cripta della chiesa, unico esempio di cripta romanica originale esistente a Milano, dove si possono ammirare reperti romani e medievali.

Le opere conservate nella Cripta sono numerose
Se siete appassionati di storia dell’arte e architettura ecco una descrizione più dettagliata della cripta: il capitello di pilastro calcareo, XI-XII secolo la cui composizione, con parte superiore a intreccio e parte inferiore con due fiere affrontate, si colloca nella scuola scultorea romanico-lombarda che trova le sue espressioni più articolate nella basilica di Sant’Ambrogio.
Il frammento di sarcofago con figura maschile in nudità eroica, in marmo, III-IV secolo. Il rilievo è di provenienza ignota. Il personaggio, forse un guerriero con mantello (clamide) sul corpo nudo, riprende una tipologia raffinata di rilievi a soggetto mitologico, di norma legata all’ambiente di corte e piuttosto rara in ambito milanese.
Il frammento di sarcofago con figura di togato, in marmo, fine III-IV secolo, di provenienza ignota. Il tipo di toga, detto “contabulato” dall’articolata fascia che attraversa il busto, e l’iconografia del personaggio, stante con un rotolo nella mano abbassata, richiamano modelli tipici del periodo, frequenti anche in ambito cisalpino.
Un frammento di cornice con mensole e cassettoni di un edificio non identificato, in marmo, seconda metà del I-II secolo. La modanatura, appartenente a un architrave a fasce in stile corinzieggiante con rosette e foglie d’acanto, dentelli e astragali, mostra nell’equilibrata struttura compositiva e nel chiaroscuro l’alto impegno decorativo degli edifici della Milano romana.
Un frammento di pavimento in opus sectile, in marmo bianco e basalto, IV-VI secolo. Il frammento, a esagoni neri e triangoli bianchi, unica testimonianza della pavimentazione della basilica paleocristiana, fu rinvenuto sotto la navata centrale della basilica da Pompeo Castelfranco nel 1881.

Se siete rimasti incuriositi da questa storia non vi resta che prendere la mentro gialla, scendere a Missori e farvi affascinare da questo angolo di storia fin troppo inesplorato.

INFO:
È obbligatoria la prenotazione contattando Asper allo 02.2040417502.20404175 o tramite mail segreteria@spazioaster.it

Milano – Piazza Missori (ang. Via Albricci)
Aperture: dal martedì al sabato dalle 9.30 alle 17.30

Ingresso gratuito. Non si disdegnano donazioni.

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